GRONINGEN (OLANDA) – La notizia che cinque omosessuali sono stati drogati e dopo di che contagiati deliberatamente con sangue infetto con il virus HIV è scoppiata come una deflagrazione ieri pomeriggio a Groningen, durante la conferenza stampa convocata dalla polizia locale. Gli indiziati sono quattro uomini, tre per maltrattamenti sessuali e uno per aver fornito gli stupefacenti, tutti residenti nel nord dell’Olanda.
VOCI DA OLTRE UN ANNO – Già dal giugno 2006 circolavano voci in questo senso, pubblicate anche dal Gay Krant, il serio periodico a distribuzione nazionale che si occupa di problematiche omosessuali. Finora, però, non si era potuto provvedere a fermare il fenomeno perché nessuna delle vittime aveva osato sporgere denuncia: l’imbarazzo e la vergogna sono le cause principali, perché si tratterebbe di omosessuali con un’apparente immagine eterosessuale, padri di famiglia con una doppia vita quindi. Non per niente, infatti, gli indiziati facevano pubblicità per le loro feste a sfondo sessuale gay su internet, tramite chatbox, per poi incontrarsi fisicamente in case private. I malcapitati che visitavano questi party venivano drogati sia con XTC che con la famigerata GHB (Gamma-idrossibutirrato), la cosiddetta droga da stupro, rimanendo privi di conoscenza in balia delle voglie perverse del trio sieropositivo in questione.
LA DENUNCIA – I tre costringevano così le vittime ad avere rapporti sessuali non protetti e inoltre per sommo dell’orrore iniettavano loro un cocktail del proprio sangue infetto. Soltanto nel febbraio di quest’anno una delle vittime, diventata sieropositiva, ha sporto la prima denuncia, cosicché a metà maggio i tre, che hanno nel frattempo ammesso la propria colpevolezza, sono stati arrestati. Le ragioni che i responsabili hanno addotto per il loro comportamento sconsiderato sono due: l’eccitamento estatico e la possibilità di fare del sesso «puro» senza freni e senza limiti. L’accusa del pubblico ministero è di gravi lesioni apportate con premeditazione, la cui pena massima è di sedici anni. «L’aspettativa di vita delle vittime grazie alle medicine è allungabile, per questo non si può parlare di omicidio preterintenzionale o di assassinio». Nel frattempo le denuncie sono diventate cinque, ma si teme che il fenomeno abbia colpito decine di persone. Le reazioni delle istituzioni e delle organizzazioni gay sono di incredulità e di condanna e si spera che le altre persone coinvolte abbiano il coraggio di rivolgersi alla polizia.