VENEZIA 64 — CONCORSO: The Darjeeling Limited di Wes Anderson (Usa, 9') con Owen Wilson, Adrien Brody, Anjelica Huston, Jason Schwartzman, Bill Murray.
Tre fratelli americani che non si parlavano da un anno decidono di ricominciare il proprio rapporto con 'aiuto di un viaggio attraverso 'India, con 'obiettivo ufficiale di ritrovare la madre partita per svolgere interventi umanitari, ma in realtà per ritornare ancora uniti come lo erano un tempo. Le loro buone intenzioni, tuttavia, deragliano presto (causa eventi che comprendono uno sciroppo per la tosse indiano, uno spray al pepe, ecc.) e si ritrovano alla fine sperduti e soli nel deserto con undici valige, una stampatrice e una macchina per laminare. A questo punto inizia per loro un nuovo e non progettato viaggio… Alla fine la riflessione sulla propria vita e sul'India in generale li aiuterà a capire cosa è veramente importante e cosa no.
VENEZIA 64 — CONCORSO: Sleuth di Kenneth Branagh (Gran Bretagna / Usa, 8') con Michael Caine, Jude Law.
Film in concorso a Venezia 64, molto atteso per 'inevitabile confronto della pellicola con 'originale firmato Mankiewicz (Gli insospettabili) di cui è remake. Ricordiamo qualcosa del film del 1972: Gli insospettabili racconta la storia di un giallista, spocchioso e raffinato che invita nella sua villa un parrucchiere di origine italiana che sa essere 'amante di sua moglie. Tra trabocchetti, messe in scene, travestimenti e tanta cattiveria, la storia prenderà degli esiti incredibili. Kenneth Branagh ha comunque detto che "Chi ha amato 'originale rimarrà abbastanza sorpreso da questa versione, ma penso che è necessariamente molta diversa. Nessuno di questi ragazzi era interessato a realizzare un semplice rifacimento". Il ruolo che fu di Caine passa questa volta a Jude Law. Tra gli attori più apprezzati della sua generazione, interpreta una seconda volta un ruolo che fu di Caine dopo quello di Alfie, ineffabile seduttore inglese. Il film di Branagh, oltre al cast, invidiabilissimo, ha u'altra splendida carta da giocare: la sceneggiatura di Harold Pinter, uno dei geni del teatro del Novecento che ha firmato alcune tra le più brillanti e geniali sceneggiature del cinema inglese, e regista di "Butley" (1975), film a tematica gay.
VENEZIA 64 — CONCORSO: The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford di Andrew Dominik (Usa, 15'). con Brad Pitt, Casey Affleck, Sam Shepard.
Film basato sul'omonimo romanzo di Ron Hansen, parla di Jesse James (Brad Pitt), uno fra i più celebri banditi del Vecchio West. Uscito sconfitto e umiliato dalla Guerra Civile, James era amatissimo dalla propria gente e considetato proprio come una sorta di Robin Hood del West. Mentre Jesse James sta preparando la sua prossima razzia, guardandosi dai molti cacciatori di taglie che vorrebbero catturarlo, la più grande minaccia per la sua vita viene da uno della sua banda. Il compagno e traditore Robert Ford. Il suo ultimo giorno di vita è storia nota: James si trovava in una sua fattoria, e stava spolverando un quadro. Dava le spalle a un suo ospite chiamato Robert Ford, il quale fece partire un colpo di pistola a tradimento dalla sua Colt 45, che raggiunse la nuca del bandito uccidendolo al'istante.
VENEZIA 64 — CONCORSO: Nessuna qualità agli eroi di Paolo Franchi (Italia / Svizzera / Francia, 10') con Elio Germano, Bruno Todeschini, Irène Jacob.
Visto così, seduto di fronte al medico, il quarantenne Bruno Ledeux dà di sé l’idea di un uomo non più giovane e non ancora vecchio. Le labbra marcate esprimono calma e riserbo. Lo sguardo tradisce invece qualcosa di inafferrabile, inquieto: la diagnosi è chiara, non lascia alcun margine al dubbio. Bruno non potrà mai avere figli. Inchiodato ad essere solo e sempre figlio, il percorso di Bruno comincia qui, come se scendesse piano dinanzi a lui una nebbia che lo chiude in una gabbia senza uscita. Non dice niente di quella diagnosi ad Anne, la sua amatissima moglie. Non le dice niente neppure del grosso debito che ha contratto con Giorgio Neri, un vero e proprio usuraio che si nasconde dietro il rassicurante ruolo di direttore di banca. Si direbbe proprio che Bruno non abbia nessuna qualità, nessun talento. Un uomo mediocre dall’orgoglio ferito. Anne adesso è tutta la sua vita. Una vita italiana costruita lontano dal suo passato svizzero. Un passato senza affetto e senza ricordi, di una famiglia assoggettata ad un padre, famosissimo artista. Un padre egoista e manipolatore che Bruno ha odiato. E, forse, ha cancellato. Ma tutto sembra sopito nella sua memoria adesso. Come un fiume che scorre tranquillo, ignaro di tutte le correnti sotterranee che lo agitano nel profondo. Però le correnti a volte risalgono in superficie. Imprevedibilmente. Prepotentemente. Il responsabile in questo caso si chiama Luca. È uno strano ragazzo. Nello sguardo una combinazione di ingenuità e dolore, determinazione e follia. Non ha niente in comune con Bruno eppure qualcosa sembra piano piano accomunare questi due perfetti estranei. Luca nasconde molte cose di sé e sembra sapere tutto di Bruno, anche del suo segretissimo debito economico. È semplice. Il ragazzo non è che il figlio di Giorgio Neri, l’usuraio, che proprio in quei giorni, scompare misteriosamente… Bruno rifugge da quel giovane come presentisse un pericolo ma, d’altro canto, non può rimanere insensibile di fronte a quel dolore così pulsante, disperato, familiare che attanaglia il ragazzo e che lo porterà a tentare, proprio davanti agli occhi di Bruno, il suicidio. Una nebbia intorno a Bruno sembra avvolgerlo sempre di più, sempre più densa. Come se fosse impossibile trovare una strada, una via d’uscita. Forse nessuno lo può aiutare adesso. Forse nemmeno Anne… Bruno sembra non avere neanche più paura adesso. Nemmeno del fatto di avere capito benissimo che l’indifeso, disperato Luca ha ucciso il padre, Giorgio Neri, il suo usuraio… Saprà però trovare una estrema dolorosa soluzione.
VENEZIA 64 — CONCORSO: Bangbang wo aishen (Help Me Eros) di Lee Kang Sheng (Taiwan, 10') con Lee Kang Sheng, Yin Shin.
Il regista Lee Kang-Sheng è uno degli attori preferiti di Tsai Ming-Liang (produttore del film), qui alla sua seconda prova dopo "The Missing" (Bu Jian) del 2003 (vincitore del New Currents Award al Pusan International Film Festival 2003 e del Tiger Award al Rotterdam Film Festival). Ah Jie ' un giovane agente di borsa fallito in seguito ad una crisi economica generale, che trova conforto nella coltivazione della marijuana in casa; disperato, chiama una hotline per suicidi ed entra in contatto con Chyi, una donna grassa ossessionata dal cibo da quando ha sposato un famoso cuoco. Ah Jie chiede a Chyi di poterla incontrare, ma questa oppone ripetuti rifiuti, così Ah Jie proietta le loro fantasie erotiche su Shin, una ragazza che lavora in un negozio di noci sotto casa sua. Shin è sempre vestita con abiti provocanti al fine di attirare la clientela. Entrambi diventano sempre più intimi, e presto, grazie ad un intenso uso delle droghe, si ritrovano in un mondo onirico ed erotico, fatto di fantasie orgiastiche e piaceri psichedelici. Ma inevitabilmente la realtà farà presto capolino.
VENEZIA 64 — CONCORSO: Sukiyaki Western Django di Miike Takashi (Giappone, 12') con Quentin Tarantino, Hideaki Ito, Kaori Momoi, Yoshino Rimura.
Primo lavoro di Takashi Miike girato in lingua inglese, malgrado cast e maestranze siano giapponesi. Con un occhio a Sergio Leone e l’altro ad Akira Kurosawa, il nuovo film di Miike è un omaggio a una delle sue pellicole preferite, Django, storico western di Sergio Corbucci, coproduzione italiano/spagnola del 1966. Come da sinossi presente nel sito ufficiale, il film racconta dei combattimenti di due gruppi rivali, i due clan Taira (Heike) e Minamoto (Genji) durante la sanguinosa guerra Genpei (punto di confine tra l’età classica e il Medioevo giapponese) nella cittadina di Yuda, mentre un inesorabile guerriero viene in aiuto degli abitanti.
VENEZIA 64 — CONCORSO: Il dolce e 'amaro di Andrea Porporati (Italia, 9') con Fabrizio Gifuni, Luigi Lo Cascio, Donatella Finocchiaro.
Siamo nei primi anni ottanta e per Saro Scordia (Luigi Lo Cascio) Cosa Nostra è una cosa grande, degna di rispetto. Gaetano Butera (Tony Gambino), un mafioso di rango, comincia a tenere 'occhio quel ragazzino scalzo e povero, ma brillante, intelligente, coraggioso e gli fa capire che, se saprà dare buona prova di sé, avrà un futuro tra le file degli uomini 'onore. Cominciano così i primi passi di Saro nella vita criminale, le prime rapine, il pizzo, è come u'ubriacatura che fa credere a Saro di essere diverso dagli uomini comuni, un lupo in mezzo alle pecore, e che gli fa perdere la testa: soldi, donne, rispetto, quello che un poveraccio come lui non ha mai avuto. Ma nella sua vita 'è anche Ada (Donatella Finocchiaro), di cui Saro è innamorato da quando è ragazzino, Ada che ha la sua età, ma sembra già una donna, che ricambia la sua passione in alberghetti di periferia, ma che non lo vuole come marito, non vuole una vita con un mafioso. E questo lo fa impazzire… Cerca di allontanarsi da lei, di rifiutarla, di dimenticarla. Arriverà a sposare u'altra (Ornella Giusto). Ma non servirà a togliersela dalla testa. Intanto la "carriera" di Saro va avanti. Gli chiedono di commettere un omicidio, a Milano, un trafficante di droga che ha fatto uno sgarbo, il premio sarà 'affiliazione ufficiale a Cosa nostra. Ma 'omicidio non è quel'atto di coraggio che Scordia aveva immaginato, è solo violenza goffa, sporca, brutale, disumana. Trovandosi di fronte gli occhi di quel poveraccio che muore, Saro perde la sua determinazione. Quella morte scomposta, senza dignità, che ha inflitto su comando altrui ad una vittima che nemmeno conosceva, è 'inizio del frantumarsi delle sue convinzioni.
VENEZIA 64 – FUORI CONCORSO/VENEZIA NOTTE: Tiantang kou (Blood Brothers) DI Alexi Tan (Taiwan / Cina / Hong Kong, 9') con Daniel Wu, Zhang Zhen, Shu Qi, Sun Honglei.
Blood Brothers (Tiantang kou) è ambientato nella Shanghai degli anni'30, una città nel pieno del suo splendore, una fiorente Babilonia dei tempi moderni, popolata da "signori della guerra", politici, ricchi industriali, concubine e gangster. Kang (Liu Ye), Fung (Daniel Wu) e Hu (Tony Yang), tre innocenti giovani ragazzi, sono arrivati in questo falso paradiso in cerca di una vita migliore. Con il passare del tempo, ognuno di loro segue una strada diversa ma si trovano tutti davanti ad una vita al'insegna del crimine. Kang, assetato di potere è il più ambizioso. Fung, appagato dalla sua vita semplice al villaggio in cui viveva, ma obbligato a cercare rifugio a Shanghai, viene spinto dentro un mondo di violenza dove scopre sorprendentemente un lato eroico del suo carattere per poi innamorarsi della bellissima Lulu (Shu Qi), splendente spirito libero che sogna la celebrità. Hu è il più innocente e estroverso dei tre, in cieca ammirazione di suo fratello Kang, che seguirebbe fino in capo al mondo. In seguito, Fung incontra Mark (Chang Chen), un personaggio carismatico, che è in cerca della strada giusta, ma è tormentato dal suo passato. In una cornice di decadenza, la vita dei protagonisti prende una piega pericolosa quando una proibita relazione amorosa diviene di dominio pubblico. Gli amici si rivoltano contro gli amici, i fratelli contro i fratelli. I giorni del'innocenza sono finiti, si devono affermare come uomini e fare le loro scelte.
VENEZIA 64 – ORIZZONTI: Searchers 2.0 di Alex COX (Usa, 9') con Del Zamora, Jaclyn Jonet, Ed Pansullo.
Due attori, che da sempre interpretano film western, convincono la figlia di uno di loro, ad accompagnarli con la sua macchina, per un viaggio da Los Angeles sino alla Monument Valley, per porre in atto una loro particolare vendetta.
SETTIMANA DELLA CRITICA: 24 Battute di Jalil Lespert (Francia) con Benoît Magimel, Lubna Azabal, Sami Bouajila, Bérangère Allaux, Archie Shepp.
Durante la notte di Natale, 'incontro casuale tra quattro personaggi molto diversi tra loro: Didier, autista di taxi, incontra Helly , ragazza madre che cerca di recuperare la custodia del figlio. Al duo si aggiunge poi, in circostanze violente, Marie, una provinciale arrivata a Parigi con una valigia piena di ambizioni. E partendo al'avventura verso il mare, il trio incontrerà Chris, batterista jazz. La notte si concluderà in festa, avendo trovato ciascuno di loro in questi improbabili incontri un conforto inatteso, una pausa tra una difficoltà e 'altra delle rispettive vite, e un segno del destino che scuoterà le loro esistenze.
GIORNATE DEGLI AUTORI: Freischwimmer (Head Under Water) di Andreas Kleinert (Germania – 11') con August Diehl, Frederick Lau, Jürgen Tarrach, Fritzi Haberlandt, Alice Dwyer.
Una commedia nera girata quasi come un musical, una fiaba grottesca con punte di grand guignol, il rovesciamento beffardo del mito tedesco della Heimat, la testimonianza di un talento visivo fuori dal comune, insomma un film che cavalca molti generi e tocca i più diversi registri senza seguirne nessuno fino in fondo. Ambientato nella scuola di una piccola cittadina tedesca maniacalmente pulita e ordinata, Freischwimmer travasa figure e motivi della grande cultura Europea (il liceo si chiama Kafka, la scena più dura sembra una versione horror della Classe morta di Kantor…) in uno schema da campus – movie Americano, col giovane poco dotato fisicamente (è quasi sordo, non nuota bene) che per vendicarsi dei suoi persecutori finisce per esagerare…Ma sotto la superficie scintillante di piscine olimpiche e reginette del liceo, dietro le geometrie del nuoto sincronizzato e i colori squillanti della pasticceria locale, si insinuano i veleni di una resa dei conti generazionale che affronta anche le colpe e i fantasmi dei padri assenti. Segnando il ritorno di un talento che dopo anni da habitué dei grandi festival internazionali e dopo aver raccolto una serie di trionfi nelle serie televisive, si riaffaccia sul grande schermo con un film inatteso e spiazzante, diverso da tutto ciò che il risorgente "nuovo cinema" tedesco ci ha dato in questi ultimi anni.
GIORNATE DEGLI AUTORI: The Speed of Life (Superheroes) di Ed Radtke (USA – 8' ) con Noah Fleiss, Peter Appel, Lou Torres, Blaze Foster.
Lirico ma crudo, Superheroes racconta la storia di Sammer, 13 anni, che percorre le strade di New York con una piccola banda di amici rubando fra le altre cose, e con i mezzi più ingegnosi, le videocamere ai turisti. Compiuto il furto Sammer torna velocemente nel quartiere popolare da cui proviene per vendere la refurtiva, ma tiene sempre per sé le cassette. Solo nella sua stanzetta, circondato da computer rubati, Sammer esplora questo vasto mondo di immagini altrui, sedotto dalle facce e dalle vite apparentemente felici di quegli estranei. E nel frattempo, oltre a cercare di mettere da parte abbastanza soldi per non doversi più accontentare di quei viaggi virtuali, se la vede col fratello maggiore, eternamente in attesa di essere scarcerato, con la loro anziana madre adottiva, con un sorvegliante che è a sua volta sorvegliato, con un vecchio barbone che nasconde un segreto e crede di poter volare. Fino a quando, vivendo e sognando nelle strade e sui tetti di Brooklyn, scopre che non tutti i turisti sono felici, che qualcosa lo porta irresistibilmente in Alaska e che le videocamere, diversamente dalle persone, possono davvero volare.