LE NUOVE PROSPETTIVE DI ARCIGAY

  
Roma, 16 giugno 2007

Roma, 16 giugno 2007

Il 16 giugno segna per il movimento lgbt italiano un cambiamento di ruolo e di prospettiva. Il grande Pride di Roma, che ha visto la partecipazione di centinaia di migliaia di persone, ci ha consegnato una responsabilità nuova, che guarda oltre l’attuale fase politica e si proietta nella realizzazione di un progetto politico nuovo ed articolato.
La folla che ha riempito le strade di Roma, non ha rinunciato alle tipiche forme di allegria e festa dei Pride, ma allo stesso tempo si è assiepata in Piazza San Giovanni per ascoltare e partecipare al momento politico. Tutto ciò è certamente il frutto di un non facile lavoro unitario dentro il movimento lgbt e va oltre, perché è indubbio che il nostro popolo per la prima volta in modo massiccio si è riconosciuto nelle parole d’ordine e nei contenuti della manifestazione.
Il soggetto politico di cui abbiamo discusso al nostro Congresso nazionale ha finalmente mostrato il suo volto e come Arcigay sentiamo la responsabilità di interpretare correttamente le aspettative e le delusioni di quella piazza.

E’ necessario proseguire nel processo unitario del movimento, sviluppando azioni comuni che dall’autunno in poi portino a nuovi appuntamenti nazionali e a campagne.
Come Arcigay sosteniamo la proposta avanzata di tenere l’11 novembre 2007 a Bologna l’incontro nazionale del movimento lgbt, con all’ordine del giorno una riflessione comune sugli eventi passati e di azione per il prossimo periodo.

Arcigay si presenterà a quell’appuntamento con proposte dibattute e condivise in tutta l’associazione, frutto di una pratica pluri decennale che le consente di essere una rete complessa di territori e idee, che si esprime in piena solidarietà e sostegno tra i Comitati Provinciali, nel Consiglio Nazionale e di cui la Segreteria e il Presidente rappresentano l’unità e la sintesi.

Ci impegniamo a svolgere ulteriori passi per superare dentro il movimento incomprensioni e distanze degli anni passati. Crediamo inoltre che siano utili momenti comuni di approfondimento e di reciproca conoscenza che potrebbero avere una cadenza annuale, al fine di favorire maggiore circolazione e confronto tra idee e pratiche.

Proprio per favorire un maggiore coordinamento tra le varie realtà, abbiamo aperto una riflessione comune con Arcilesbica per individuare strade compatibili alle reciproche storie e pratiche, affinché sia possibile costruire un soggetto politico lesbico e gay nazionale ancora più ampio, arricchito socialmente e culturalmente e dove la pluralità dei rapporti fra i generi e gli orientamenti trovi una feconda sintesi.

Proponiamo, insieme con Arcilesbica, alla prossima assemblea del movimento, una prima campagna per la richiesta di cittadinanza o di asilo in altro paese europeo. Continueremo inoltre a valutare strumenti di pressione, di azione diretta e di disobbedienza civile.

Arcigay ritiene inoltre che l’agenda politica del movimento debba contenere iniziative politiche forti, tra cui: un incontro nazionale contro l’omofobia a Treviso da tenersi entro le feste di fine anno, un importante evento nazionale di dialogo e di denuncia delle indebite ingerenze del Vaticano sulla vita civile e sociale del nostro paese il 13 gennaio, la preparazione del Pride Bologna 2008 attraverso centinaia di iniziative locali tematiche.

In particolare il conflitto con il governo e con l’intera rappresentanza politica parlamentare è aperto e deve essere portato avanti con azioni nuove e coinvolgenti.

La distanza dalle pratiche propriamente partitiche e di difesa del nostro ruolo di soggetto sociale e politico autonomo non ci impedisce di guardare con interesse la possibilità che nascano liste laiche e libertarie promosse da gay, lesbiche e trans, aperte al contributo di altre esperienze sociali e politiche, in occasione delle tornate elettorali che si terranno nei prossimi anni in sede locale. Non siamo in alcun modo interessati a promuovere una campagna di presenza indiscriminata di liste lgbt nei Comuni italiani. Si tratta invece di sperimentare in realtà dove la presenza numerica e qualitativa della comunità lgbt lo permetta, un laboratorio politico che sia occasione di arricchimento con ragionevoli possibilità di elezione di rappresentanti nelle assemblee consiliari

Rimangono sullo sfondo la valutazione su quali tempi e forme, evocare azioni che rendano evidenti la nostra indignazione di cittadine e di cittadini. Il tema dell’esclusione sociale delle persone lgbt ha assunto una valenza talmente drammatica che è comprensibile la diffusa sfiducia nei confronti dei partiti.
L’attuale fase di transizione, è attraversata da diversi sommovimenti del quadro politico, che vedono la difficoltosa nascita di nuovi soggetti partitici o alleanze elettorali e allo stesso tempo l’affermarsi di campagne di anti politica.
E’ comprensibile che la cristallizzazione dei ceti dirigenti e la loro incapacità ad affrontare i nodi di fondo, porti ad una reazione di disaffezione. In questo ambito si inserisce il consenso che sta ottenendo il movimento guidato da Beppe Grillo.

Tutte queste considerazioni ci portano a proseguire una riflessione, che tenga conto dell’evolversi della crisi della rappresentanza e del consenso dei partiti, soprattutto di quelli del centro sinistra.
In assenza di segnali concreti da parte dell’attuale governo, che si devono tradurre in approvazione di provvedimenti legislativi e atti amministrativi, Arcigay valuterà all’approssimarsi dell’appuntamento delle prossime elezioni politiche quali indicazioni fornire ai gay e alle lesbiche italiane rispetto al proprio voto.
Arcigay, che ritiene la partecipazione democratica fondamento della propria storia, e che i partiti siano una garanzia costituzionale di libertà e pluralismo, è consapevole che l’intero movimento lgbt è oggi uno dei soggetti che riesce a rappresentare un’area culturale e sociale libertaria e progressista indignata dall’immobilismo immorale di un ceto politico inamovibile e auto referenziale. Solo attraverso un mutamento concreto delle regole, un superamento degli attuali privilegi si potrà finalmente affermare anche in questo paese una nuova stagione di diritti e di libertà.

Tutte queste considerazioni ci indicano che il nostro voto e la partecipazione individuale di gay lesbiche e trans nelle liste, sono temi che assumono una valenza strategica, su cui dovremo saper interpretare scelte, che siano in sintonia con il popolo lgbt e le più utili per ottenere finalmente dei risultati concreti.

Per questo alla data odierna tutte le opzioni rimangono aperte, in attesa di maturare a secondo dello sviluppo degli eventi, decisioni impegnative, che dovranno essere assunte anche attraverso una larga ed inedita consultazione tra le cittadine e i cittadini lgbt italiani.

Dopo un’estate contraddistinta da un’escalation di omofobia, di censura (come dimostrano le vicende delle due mostre di Bologna e quella di Milano), le nostre prossime risposte dovranno essere di dura opposizione a qualsiasi tentativo di cancellare il riconoscimento dei nostri diritti e della nostra presenza collettiva.

La campagna d’odio alimentata da diversi settori della destra politica e sociale, delle gerarchie cattoliche, trova una concreta realizzazione nella sempre più preoccupante iniziativa di gruppi neo nazisti e neo fascisti, che agiscono impunemente aggredendo e violentando persone lgbt, oltre a farsi promotore di raid squadristi contro persone e sedi in diverse città. Si tratta di una vera e propria emergenza politica e sociale di cui chiediamo conto al Governo italiano, rinnovando la richiesta di messa fuori legge di questi gruppi e di un’azione repressiva continuativa. E’ necessaria inoltre una reazione da parte di tutte le realtà politiche e sociali antifasciste italiane affinché nei territori e a livello nazionale si intraprendano azioni comuni e coordinate.

Se da una parte è necessario seguire l’iter di alcune leggi, tra cui il pacchetto anti violenza che contiene l’estensione della legge Mancino, la relazione con alcuni ministeri affinché progetti sulla salute, le politiche sociali, la cultura, l’omofobia, lo sport, vadano a buon fine, dall’altra è necessario che Arcigay e tutto il movimento facciano comprendere bene che il tema dello scollamento tra i desiderata del popolo lgbt e l’azione del centro sinistra se possibile si è acuito.

Il rischio che non una delle richieste avanzate dal movimento lgbt sia accolta in questa legislatura è divenuto oggettivamente concreto. In questo senso siamo purtroppo certi che l’equiparazione dei diritti delle persone lgbt, per responsabilità di tutti i partiti, non è oggi alla portata e nemmeno alcuna legge di riconoscimento delle coppie. I partiti sembrano solamente concentrati nella composizione di nuove formazioni politiche, mentre il tema della riforma civile è stato accantonato.

Quello che però più conta è rafforzare il nostro ruolo di associazione che intende dare seguito con coerenza al Documento conclusivo del XII Congresso nazionale e alla piattaforma unitaria del Pride del 2007, soprattutto impegnandosi con tutte le sue energie ed intelligenze per la riuscita politica e di partecipazione del Bologna Pride 2008.

Attraverso le campagne che dovranno essere avviate a breve sull’omofobia e la visibilità, sull’equiparazione della cittadinanza omosessuale, Arcigay intende promuovere un ulteriore rafforzamento della presenza organizzata nei territori che deve essere coniugata con un forte impegno politico unitario efficace a coinvolgere nuove energie e ampi settori della società, dell’associazionismo e del sindacato.

Per far ciò sono necessarie nuove risorse finanziarie, l’accesso a nuovi progetti nazionali ed europei.
L’attivazione dei settori di lavoro dovrà concretamente significare un sostegno di idee e un coordinamento delle campagne nazionali nei territori, In questo senso i componenti della Segreteria, per quanto riguarda i settori di competenza favoriranno, così come emerso dalle Commissioni del Congresso nazionale, una relazione di rete tra le esperienze territoriali e di settore attraverso scambi bidirezionali.
Si apre una stagione che ci vedrà impegnati in un duro scontro sociale e politico, per questo facciamo appello a tutti i Comitati provinciali, alle tante e tanti generose/i volontari, e a tutti i gay e lesbiche italiani di aiutarci a sviluppare un’azione nazionale che dovrà vivere in tutto il paese, anche attraverso la produzione di materiali condivisi e l’attivazione di specifiche risorse di bilancio.

Ci attende un anno di iniziativa sociale e politica, che ha bisogno della nostra convinta volontà di essere un’associazione libera dai condizionamenti e dalle prudenze, forte di pratiche condivise che tengono conto dei rapporti di forza, del quadro d’insieme e di una grande e responsabilizzante aspettativa nei confronti di ciò che sapremo elaborare e proporre alla società italiana.

Bologna, 22 settembre 2007
documento approvato al'unanimità dal Consiglio nazionale Arcigay


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