Caro Comune di Firenze: perché tanta confusione?

  

Credo che molti ricordano ancora la discussione milanese sulla mostra d’arte “Vade retro” dove con un’inquietante tira e molla tra l’Assessore Sgarbi e il Sindaco Moratti è apparso tutto l’opportunismo del critico d’arte e tutta la chiusura liberticida della sindaco di centro-destra fino a censire la mostra in questione, che con nomi come Warhol, Mapplethorpe, Testone, Tom of Finland e altri vanta un discreto livello artistico. Roba di cui si può discutere, ma non mettere in dubbio il valore artistico.

Firenze

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Ecco, purtroppo a Firenze siamo riusciti a fare peggio. Il Comune ha negato il patrocinio alla mostra, che sarà però comunque ospitata dalla nostra città, dando un colpo alla botte e uno alla cerchia. E con questo si arriva al dunque. “Vade retro” può piacere o non piacere, ha già fatto discutere e sicuramente lo farà ancora, i fiorentini si divideranno in quelli pro e quelli contro: d’altronde siamo da sempre stati quelli dei Guelfi e dei Ghibellini ed è giusto che sia così.

Ma che Firenze non conceda il patrocinio ad una mostra d’arte, unendo su di sé tutte le figuracce di Sgarbi e della Moratti insieme — questa città non se lo meritava! Abbiamo una tradizione secolare di culla d’arte e di roccaforte della libertà d’espressione alle spalle che nessuna Giunta ha il diritto di troncare. Gli amministratori non sono proprietari di una città, ma dovrebbero esserne i custodi, garantendone la continuità dei valori nel tempo. Il problema sta tutto lì: pensando in primis a se stessi e agli equilibri politici dell’attuale mondo partitico così piccolo e stucchevole, si è tradito – come se niente fosse! — proprio quei valori che hanno fatto della nostra città la Firenze conosciuta nel mondo.

E come se non bastasse si sono buttati a capofitto anche gli Assessori. Vittorio Sgarbi ha versato addosso al Comune di Firenze tutto quel fango e quella rabbia che evidentemente non aveva il coraggio di sputare sul suo comune, che forse se lo meritava anche di più.

E il nostrano Gozzini si è addirittura cimentato nel fare una frittata social-psicologica: ha spiegato ai gay che fanno solo provocazioni e rivendicazioni che ormai sono passati di moda. Certo che è vero, ma perché altrove alle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender) sono stati garantiti quei diritti che in Italia vengono ancora allegramente negati! Ma come la possiamo smettere con le rivendicazioni se non finisce la scandalosa negazione dei diritti? L’originale appello, poi, di cercare la femminilità o mascolinità all’interno di ciascuno di noi, meditando addirittura su un fantomatico “terzo sesso” ha invece del comico. Qui si parla di amministrazione, di arte, di politica e le ricerche psicologiche (o filosofiche?) sul sesso degli angeli sarebbe meglio lasciarle a chi se ne intende, portandole avanti nelle sedi opportune (ammesso che ce ne siano)… altrimenti somigliano al goffo tentativo di spostare la discussione dai problemi concreti a quelli generici.

Bert d’Arragon,
Presidente Regionale Arcigay Toscana
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