Marcia della Pace, non proprio tutti diritti per t

  

Il presidente nazionale del' Arcigay, Aurelio Mancuso, a proposito dello slogan di ques' anno della Marcia della pace osserva che "non proprio tutti i diritti per tutt' sono stati messi al centro della manifestazione. Gli organizzatori infatti hanno lasciato fuori dalla porta i diritti civili di gay, lesbiche e trans perseguitati e torturati nei paesi islamici ed in quelli con dittature."

"Tutti i diritti per tutti" – afferma Mancuso – "è uno slogan assolutamente centrato visto che i diritti umani sono continuamente calpestati in tutto il pianeta. Purtroppo la Tavola della Pace, organizzatrice della marcia – continua – ha licenziato un documento articolato condivisibile, ma insufficiente. Si parla dei crimini contro le donne, i giovani, gli uomini, i dissidenti politici, intere popolazioni, etnie, ecc."
"Ma i diritti civili
– secondo Arcigay – sono stati lasciati fuori della porta. Inesistenti gli omosessuali iraniani che continuano ad essere impiccati, quelli afgani uccisi per schiacciamento. Non una parola sulle torture nei paesi islamici e in molte altre nazioni rette da dittature, perpetrate tutti i giorni contro lesbiche, gay, trans."
"Sembra che gli estensori del documento"
– sostiene Mancuso – "non abbiano visto le campagne per salvare Pegah o contro 'omofobia dilagante anche nei paesi occidentali. Peccato, si tratta di u'occasione persa di dimostrare che si vuole affrontare tutti i drammi, senza ometterli perch' scomodi in un ambito dove sinistra e cattolici lavorano insieme".

Mancuso ricorda comunque che "almeno in una iniziativa preparatoria della marcia, 'Onu dei giovani svoltasi a Terni il 6 ottobre, rappresentanti del' Arcigay hanno potuto prendere la parola e far accogliere alcune richieste del movimento".


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