Negli ultimi anni la realtà LGBT italiana è mutata enormemente: il World Pride, internet e i cellulari sono solo alcuni esempi delle modalità per le persone omosessuali di vivere oggi il proprio orientamento sessuale.
In questo scenario, il Telefono Amico Gay ha rappresentato un osservatorio privilegiato. Rispetto agli anni ’90, discorso HIV-AIDS a parte, si è quasi azzerato il numero di chiamate, in particolare da parte di quegli utenti che, sostanzialmente già consapevoli del proprio orientamento sessuale, chiedevano un supporto nel momento di “inizio” del proprio percorso omosessuale allo scoperto. Oggi quindi questa funzione viene espletata altrove.
I media e soprattutto internet permettono un accesso più immediato e più anonimo, a contenuti utili per acquisire consapevolezza del proprio orientamento sessuale altro.
Ma se è vero che questi contenuti sono ora alla portata di tutt*, resta invece scoperto un altro pezzo di quella formazione personale che in un contesto diverso da quello attuale rappresentava forse l’unica alternativa: la relazione diretta con altr* persone LGBT.
Tanto attraverso gli oscuri percorsi di una sperimentazione sessuale fra cruising all’aperto, saune e dark rooms, quanto attraverso una più visibile aggregazione associazionistica fatta di circoli politico-culturali, gruppi studenteschi e centri sociali più o meno “alternativi”, il soggetto sperimentava comunque la relazione diretta con l’Altro GLBT.
E questo internet non lo offre. Certo leggere on line il racconto dell’esperienza altrui potrà essermi d’aiuto nel mio coming out, o il confronto in una chat, più o meno finalizzata all’incontro sessuale, potrà fornirmi un accesso alla relazione con l’altro… stando però sempre nella mia cameretta, davanti allo schermo del PC.
D’altro canto la moltiplicazione dell’offerta di locali e serate a tema, centrata su modalità di aggregazione esclusivamente ludiche, sembra che non esaurisca il bisogno di socializzazione dell’utenza LGBT. La relazione diretta, quindi, rimane un momento di passaggio inevitabile nel percorso di elaborazione personale.
A partire da questa analisi, Arcigay, ed in particolare a Bologna il Progetto Benessere Cassero, ha sviluppato negli anni diversi progetti per facilitare l’incontro, il confronto e l’esperienza diretta su temi fondamentali: Gruppi Giovani, Gruppi di accoglienza tematizzati, Laboratori di socializzazione e formazione alla persona.
L’ampia partecipazione e i feedback dell’utenza hanno confermato che la moltiplicazione e tematizzazione di servizi più o meno strutturati di aggregazione diretta e non-ludica, è una strategia efficace all’interno del contesto “protetto” di un’associazione LGB, per offrire al soggetto possibilità concrete e praticabili di integrare il proprio percorso di autoconsapevolezza con la sperimentazione della — e nella — relazione con l’Altro LGB nel “gruppo di pari”.