I morbosi annunci di ricerche sull’origine dell’omosessualità

  

Un giorno si sostiene che gli uomini gay hanno il cervello simile a quello delle donne eterosessuali e, parimenti, che il cervello delle donne lesbiche è simile al cervello degli uomini eterosessuali. Un altro giorno si afferma che l’omosessualità maschile ha origine da una predisposizione genetica da parte della madre.

Insomma, le università di mezzo mondo tengono a far sapere che si occupano dell’orientamento sessuale gay e che viene continuamente riconfermata la tesi secondo cui essere gay o lesbica è un fatto naturale, come del resto aveva già decretato da molto tempo l’Organizzazione Mondiale della Sanità definendo l’omosessualità "una variabile naturale della sessualità".

Premettiamo che la ricerca scientifica va sempre sostenuta ed è un fatto positivo se essa si mette in discussione e non parte da preconcetti. Rimaniamo perciò perplessi nell’esaminare ricerche che non tengono conto della complessità delle sessualità nel loro insieme.

Infatti, è riduttivo, morboso e un po’ sospetto che il campo si limiti ad isolare un solo orientamento sessuale, mentre tutta la letteratura scientifica dice che: per quanto riguarda il genere umano gli orientamenti sessuali non sono solo due, gay ed etero, ma una varietà più complessa, come già osservava il primo Rapporto Kinsey nel 1947. Ancora più peculiare che ci si focalizzi sull’omosessualità maschile e per nulla su quella femminile, per non parlare poi della bisessualità.

La ricerca antropologica, l’approfondita elaborazione storica, le scoperte in campo biologico e neurologico, convergono sul alcune affermazioni di fondo ormai condivise da tempo:

– l’omosessualità è sempre stata presente nel genere umano,
– diverse sono gli orientamenti sessuali praticati e accettati in molteplici culture fin dall’inizio della civiltà umana,
– gli elementi culturali, sociali ed ambientali sono determinanti rispetto ad una maggiore o minore visibilità di orientamenti sessuali diversi da quello eterosessuale.

Insomma, un po’ di ragionamento e cautela non guasterebbero. Purtroppo, invece, ci sia affida al sensazionalismo annunciando "scoperti i geni dell’omosessualità" quando nella ricerca del Professor Camperio Ciani non viene identificato specificamente proprio nessun gene!

Per ottenere un titolo sul giornale si rischia di fare una grande disinformazione, esattamente l’opposto di quello che dovrebbe essere l’etica della ricerca scientifica – precisa e attenta ai fatti.

Aurelio Mancuso
presidente nazionale Arcigay


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