Insieme a Bologna!

  

Ci siamo, il 28 giugno 2008 è alle porte, e Bologna si prepara ad ospitare una grandiosa manifestazione nazionale del movimento lgbt italiano.

Ma il Pride è qualcosa di più. È un’iniziativa cui partecipano non solo gay, lesbiche, trans, ma anche migliaia di militanti della sinistra sociale, dei movimenti di solidarietà, della pace, della non violenza.

Il Pride è la giornata dell’orgoglio di poter, dopo secoli di repressione e clandestinità, nominare il proprio orientamento sessuale alla luce del sole. Le rivendicazioni, l’assenza di diritti, l’orribile ondata d’odio omofobico che si è abbattuta sull’Italia, costituiscono la spinta politica alla partecipazione, che si coniuga con la difesa delle conquiste civili già ottenute dalle donne, l’affermazione forte della laicità dello stato.

Ma sono la gioia, la musica, i colori, le migliaia di giovani e ragazze come non se ne vedono da altre parti, ad essere l’elemento costitutivo, originale, del grande ‘Arcobaleno dell’amore’ che si estende nella città che ospita il Pride.

Sembra incredibile parlare di amore, non solo nel senso sentimentale e intimo, in un paese così devastato dall’emarginazione, dall’egoismo, dalla paura. Il movimento lgbt, è convinto che è da qui che bisogna tessere una tela nuova, del protagonismo sociale e politico di milioni di cittadini oggi dispersi nella sfiducia. L’amore come elemento politico significa anche interpretarne saggiamente una declinazione concreta.

Dalla quarantina di carri che comporranno l’enorme carovana bolognese, dalle migliaia di bandiere di Arcigay, di ArciLesbica, delle tante sigle dell’arcipelago lgbt, si possono scorgere quegli elementi di speranza oggi così nascosti. Il mettersi in marcia, con i propri corpi, idee, differenze, timori e aspirazioni è da sempre la nostra modalità, che ci procura anche incomprensioni a sinistra, anche dentro movimenti differenti dal nostro.

Per noi non c’è pace, giustizia sociale, democrazia, libertà se le cittadine e i cittadini lesbiche e gay non possono accedere agli stessi diritti e doveri degli altri. Per questo a volte ci siamo trovati a vivere alcune separatezze rispetto ad altri importanti e generosi movimenti, primo fra tutti quello della pace. Ma il dialogo, il confronto, la capacità di costruire ponti, ci può aiutare a trovare terreni comuni su cui affrontare temi spinosi come l’assenza dei diritti civili e umani, il confronto su culture e tradizioni ostili nei confronti delle persone lgbt.

Da Bologna il movimento avvia una nuova stagione di iniziative e azioni politiche e sociali, prima fra tutte l’emersione e l’autorganizzazione delle coppie gay e lesbiche, attraverso l’istituzione di un Registro nazionale dei matrimoni omosessuali. Arcigay ed ArciLesbica lanciano dal Pride l’organizzazione in almeno 80 città di una campagna che avrà come primo suo punto alto di visibilità e di confronto sociale, le due giornate del 18 e 19 ottobre 2008, quando centinaia di coppie si uniranno pubblicamente da Aosta a Siracusa.

Altro tema centrale è il contrasto all’odio e alla violenza contro le persone lgbt, ma anche contro le donne e i migranti. In molte occasioni nei territori abbiamo costruito momenti comuni. Si tratta ora – e dalle colonne di Report voglio lanciare questa idea – di costruire una campagna nazionale che coinvolga molti soggetti e movimenti, mettendo sullo stesso piano il rifiuto a ogni tipo di violenza ed esclusione.

A Bologna dunque! Insieme per dare vita a una giornata che in una delle città storiche del movimento lgbt, della sinistra politica e sociale italiana, dia il segno tangibile che ci sono strade da percorrere, temi da condividere, felicità da conquistare.


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