Diritti dei gay: se cambia l’Italia

  

Le compagnie d’assicurazione non fanno beneficenza, i tribunali non sono riserve zapateriane, quindi, qualcosa di profondo sta accadendo in Italia, se da alcuni mesi emergono accordi extra-giudiziari che riconoscono il valore delle convivenze tra persone dello stesso sesso, o sentenze che riguardano l’affido dei figli, i genitori gay e lesbiche difendono i loro diritti alla stregua di quelli eterosessuali.

Leggendo le sentenze ed approfondendo cosa ha portato agli accordi extragiudiziari, può accadere di commuoversi per la drammaticità delle storie, ma anche per il rispetto nelle parole scritte, la profonda conoscenza di ciò che è realmente la condizione omosessuale, la modernità delle visioni culturali e sociali, sostenute da valori importanti, che traggono origine dal concreto procederedella società.

Molte volte come Arcigay abbiamo detto in questi ultimi due difficili anni, che il movimento lgbt ha svolto un ruolo culturale e sociale importante, che ha cambiato l’approccio rispetto alla concezione dell’omosessualità in ampi strati della popolazione. Questo spiega perché importanti compagnie assicurative, tribunali dei minori, associazioni ed ordini religiosi, organizzazioni ed ambienti conservatori, in modo semplice, senza clamore intendono riconoscere ciò che la politica per ora ha negato: la dignità sociale degli amori omosessuali, il rispetto e la tutela delle persone gay e lesbiche in quanto madri e padri, figli, sorelle, appartenenti alle forze dell’ordine, medici, ricercatrici, operai, impiegate.

Non volendo enfatizzare il processo culturale in atto, possiamo notare con oggettiva soddisfazione, che mentre la politica guarda da un’altra parte, la società tenta di risolvere, certo non in modo esaustivo e a volte in forme contraddittorie, nodi irrisolti. Nell’assenza della politica ammutolita e complice della guerriera avversione delle gerarchie cattoliche, la società procede, prescinde, conserva e quando può fa germogliare, il grano del buon senso, della condivisione, dell’umana partecipazione. Se le compagnie assicurative pensano che non sia bene negare il valore delle coppie omosessuali non è per bontà, ma perché neppure l’intransigente alzata di barriere culturali eretta dalle destre di tutte le risme, e da qualche pezzettino di centrosinistra, può nulla davanti ai fatti.

Allora in Italia si è in presenza di un ulteriore faticoso, ma decisivo passo nella direzione del riconoscimento giuridico delle coppie gay e lesbiche. Questo paese è ancora in grado di stupire e se in Parlamento finalmente si ascoltasseprendendo confidenza con l’elementare alfabeto dei diritti umani e civili dei cittadini italiani, non saremmo qui a scrivere l’ulteriore (inutile) appello alla ragionevolezza.

Ma perora questa strada è chiusa, hanno spazio solamente le speciose filippiche sulla salvaguardia della famiglia, sulla denatalità, sulla difesa dei valori tradizionali.

La politica parla di un mondo che non esiste
, di divisioni che sono vaneggiate solamente da egoiste ed interessate minoranze formate da milizie e da sistemi economici di cui moralità si dovrebbe finalmente discutere.

Per tutto questo le nostre energie saranno esclusivamente utilizzate per rendere il popolo lgbt un soggetto politico e sociale più forte e coeso, intraprendendo come prima azione l’inaugurazione in autunno del Registro nazionale delle coppie lesbiche e gay, cui iscrizione varrà anche come documento per accederead accordi e convenzioni che assicurazioni, banche, imprese economiche ingenere, vorranno stipulare nel prossimo periodo. Cercheremo in tutti i modi di rendere la vita delle persone e delle coppie lgbt più semplice, più tutelata, più socialmente armoniosa, certi che questa è la strada per obbligare lapolitica a fare finalmente il suo mestiere.

Quando un giorno, un presidente del consiglio davanti al Parlamento, in occasione del voto definitivo di una legge che riconosca la dignità e l’equiparazione dei nostri diritti e doveri, chiederà scusa per le lunghe e inumane sofferenze e discriminazioni procurate alle cittadine e ai cittadini lesbiche e gay, allora la ferita potrà trasformarsi in cicatrice.


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