I FATTI
Il Giudice monocratico del Tribunale penale di Reggio Calabria ha condannato alla pena di anni 2 di reclusione e al pagamento di una somma pari a 25 mila euro a titolo di risarcimento del danno, oltre alla rifusione delle spese legali, gli autori della barbara aggressione ai danni dell’ex Assessore comunale di Polistena (RC), Massimo Frana, avvenuta nel 2001.
L’episodio in questione si verificò nella notte del 17 settembre 2001, fuori di un ristorante di Reggio Calabria, dove Massimo Frana si trovava a cena in compagnia di alcuni amici. All’uscita del locale, ad attenderli un manipolo di assalitori pronti a passare dalle pesanti offese verso il Frana ("frocio di merda… frocio bastardo") alla violenza fisica diretta.
Ironia della sorte, al Frana e i suoi due amici fu successivamente notificato un decreto penale per il reato di rissa, in cui erano assurdamente condannati ad una pena pecuniaria assieme ai veri autori del grave episodio di violenza.
Del caso si è occupata l’avvocato Paola Balducci del Foro di Roma, già parlamentare dei Verdi nella scorsa legislatura, da sempre impegnata sui temi dei diritti civili, nonché l’avv. Silvia Nasso del Foro di Palmi.
Con due procedimenti diversi il Tribunale di Reggio Calabria nel novembre del 2006, ha pienamente prosciolto l’ex Assessore dall’accusa perché il fatto non sussiste e, il 14 dicembre 2007 ha condannato i suoi aggressori con la pena di due anni di reclusione per i delitti di lesioni personali gravi e di ingiuria.
Nelle motivazioni, che sono state depositate il 18 luglio 2008, non solo è stato riconosciuto sussistente il delitto di lesioni aggravate − tenuto conto delle gravi conseguenze fisiche (tuttora perduranti) sulla vittima, costretta a periodiche visite di controllo medico dopo l’intervento di applicazione di una placca in pieno viso − ma il Tribunale ha condannato gli assalitori anche per il reato di ingiuria, avuto riguardo alle frasi offensive rivolte da costoro al Frana.
Il Tribunale ha, infatti, seguito l’orientamento della Cassazione, secondo cui l’uso del termine "frocio" integra l’intento di derisione e di scherno verso la vittima, tale perciò da realizzare un’offesa all’onore o al decoro della persona offesa ai sensi dell’art. 594 c.p.
DICHIARAZIONI
"Si tratta – sottolinea l’avvocatessa Paola Balducci – di una sentenza che riconosce non solo le ragioni dell’offeso e il diritto di questi ad un pieno ristoro del danno subito, ma che ribadisce soprattutto l’assoluto rifiuto e la piena condanna da parte dell’ordinamento italiano per ogni forma di intolleranza e di aggressione, fisica o verbale, da chiunque realizzata, per motivi di discriminazione sessuale."
"Dopo sette anni – dichiara Massimo Frana – finalmente ottengo una sentenza esemplare che mi rende giustizia rispetto a quanto ho subito. Ho condotto questa battaglia da solo. All’epoca dei fatti ricoprivo la carica di assessore comunale a Polistena (RC) e incredibilmente non ricevetti, né allora, né in seguito, quella solidarietà e il supporto morale che sarebbe stato lecito attendersi dopo un simile fatto! Anzi, dopo pochi mesi mi sono visto revocare la delega, ufficialmente per motivi politici.
Vorrei che la sentenza di condanna dei miei aggressori divenisse un segnale di incoraggiamento per tutti coloro che subiscono violenza o discriminazione per il loro modo di vita, per il loro orientamento, affinché non si sentano soli, senza farsi sopraffare e denunciando. Spero di aver dato e di poter dare un contributo con questa mia battaglia alla crescita civile e morale, specie della mia regione, al diffondersi di sentimenti di tolleranza e accoglienza del diverso. Non bastano le aule dei tribunali per mettere fine a simili episodi, ci vuole una rivoluzione culturale".
"La storia di Massimo Frana – rammenta Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay – evidenzia come da alcuni anni grazie alle sentenze dei Tribunali i gay si sentono finalmente più tutelati e, quindi, prendono coraggio ed escono dalla clandestinità di cui approfittano i violenti di tutte le risme.
In secondo luogo conferma che se finalmente fosse approvata una legge contro l’omofobia, le tutele e i tempi giudiziari sarebbero più chiare e celeri.
A Massimo esprimiamo tutta la nostra vicinanza e la stima per aver avuto la forza della denuncia, atto non semplice per chi in questo paese è considerato un fantasma senza diritti".
“La sentenza, che esplicitamente condanna i comportamenti ingiuriosi legati all’orientamento sessuale, dichiara Federico Cerminara, Presidente del Comitato Eos Arcigay Calabra, evidenzia un gap positivo tra giurisprudenza e produzione normativa. Nella fattispecie, i giudici riconoscono valore giuridico al comportamento discriminatorio, ciò essendo perfettamente in linea con le direttive che gli organismi comunitari periodicamente impartiscono al nostro Paese, nella direzione di un adeguamento, ed in linea con i principi fondamentali garantiti dalla nostra Carta Costituzionale.
Questo episodio rappresenta un incoraggiamento a rompere il muro dell’omertà e a far valere i propri legittimi diritti, in una terra che, seppur piena di contraddizioni, riesce sempre a sorprendere.
Un personale ringraziamento al dott. Frana, ai Signori Giudici del Tribunale di Reggio Calabria che, con questo episodio a lieto fine, hanno contribuito ad aggiungere un importante tassello alla battaglia per la conquista dei diritti civili ed il riconoscimento delle libertà fondamentali.