Domenica sera hanno festeggiato il terzo “compleanno” del “Pi greco” tra danze e musica, ma prima di brindare hanno dovuto ripulire l’ennesima scritta omofoba.
Sulla colonna, tra una vetrata e l’altra del locale di viale Volontari della Libertà, è comparsa infatti la scritta «Gay di merda». Ad accorgersi dell’accaduto sono stati i gestori del locale, da tempo vittima di minacce e insulti. Per il terzo anno consecutivo, in coincidenza con le feste di compleanno dell’ambiente, i muri o i marciapiedi di fronte sono stati imbrattati con scritte offensive. E sempre più spesso, soprattutto nel periodo estivo, i clienti seduti sui tavoli all’esterno del bar vengono offesi dalle auto che passano su viale Volontari.
Insieme agli insulti gridati a squarciagola, una domenica di agosto dello scorso anno è arrivato anche un gavettone d’acqua che ha colpito due giovani.
«In quella circostanza abbiamo sporto denuncia ai carabinieri e lo faremo anche stavolta – spiega uno dei due soci del bar – perché siamo stanchi di sopportare questa situazione. La prima volta ho pensato a una bravata frutto soprattutto dell’ignoranza, ma a questo punto direi che siamo andati ben oltre visto che si tratta di episodi che si ripetono con regolarità. Con ogni probabilità la scritta è stata fatta nella notte tra sabato e domenica, prima di cancellarla l’abbiamo fotografata e ci auguriamo che le forze dell’ordine riescano a trovare i responsabili».
E mentre le associazioni Arcigay e Arcilesbica parlano di «clima di allarme» per questi ripetuti atti di intimidazione, il comando della polizia municipale di via Girardini sta già analizzando il filmato registrato dalle telecamere di piazzale Osoppo. La speranza infatti è che dalle immagini sia possibile individuare gli autori della scritta o almeno un numero di targa sospetto. Nei prossimi giorni i titolari del Pi greco faranno comunque denuncia e insieme a loro molto probabilmente ci saranno anche alcuni clienti che si erano segnati i numeri di targa di alcune delle automobili dalle quali quest’estate erano partite grida di insulti.
Un segno di intolleranza e inciviltà che gli affezionati del music bar, tra i quali non ci sono solamente gay e lesbiche, non sembrano essere più disposti a sopportare. «Il nostro non è un club privato e nemmeno un ritrovo per omosessuali – racconta ancora uno dei due titolari –, non vogliamo etichette e tanto meno insulti».