Carfagna in campo per i gay

  

È emozionata e rincorre le parole, lì nella conferenza sul palco dell’istituto del mondo arabo di Parigi. A ogni intervento, appena cominciato, già ripete: «… mi avvio a concludere ». E chissà se la paura di Mara Carfagna è di non riuscire a dire tutto, proprio lì.

Nel suo esordio da ministro in Europa. Tutto quello che in Italia sta cercando di fare per un ministero che si chiama Pari opportunità e per il quale in questi due giorni a Parigi si è trovata a confronto con tutti i ministeri dell’Unione Europea.
Due giorni intensi. Densi. Spagna e Francia, Svezia, Lussemburgo, Grecia, Repubblica Ceca: ce ne è da sentire, capire, appuntare.

Nell’esordio della conferenza a prendere la parola è stata Patricia Prendiville, il direttore esecutivo del-l’Ilga, l’associazione europea degli omosessuali. Ha sciorinato dati sulle discriminazione dei gay, in Europa. Numeri che superano il 70 per cento, un po’ ovunque.

«Questo è un problema che voglio tenere in considerazione », commenta il ministro Carfagna. E dice: «Per questo sto preparando una norma che prevede un’aggravante per gli atti di discriminazione di tipo sessuale. Qualsiasi atto di discriminazione ». Non sta scherzando, garantisce.
Anzi, dice ancora: «L’articolo 3 della Costituzione parla chiaro. E non vuole discriminazioni di tipo sessuale, così come non le ammette per la religione, la cultura l’età. Ecco perché l’aggravante verrà prevista anche per quegli atti di violenza che vengono perpetuati soltanto per contestare un orientamento sessuale ».

È seria, Mara Carfagna: «Io non ce l’ho con gli omosessuali. Vorrei che sia chiaro ». È decisa: «Sono anche favorevole a una legge che riconosca loro i diritti che oggi non hanno». Per capire: è d’accordo con i Didore che stanno preparando i ministri Gianfranco Rotondi e Renato Brunetta. Spiega, infatti: «Non è nel programma di governo una legge sui diritti degli omosessuali, ma va bene farla».

Quando è salita sul palco per confrontarsi con le ministre dell’Unione Europea, Mara Carfagna ha raccontato del suo disegno di legge sulla prostituzione, del garante dell’infanzia, della legge sullo stalking. Ma ha aspettato di scendere da lì per annunciare qualcosa che nel resto dell’Europa è già un progetto diffuso e da noi sembrava un sogno lontano: «Stiamo preparando un progetto di integrazione per i rom».
Usa il plurale il ministro Carfagna perché garantisce: «Questo progetto lo stiamo portando avanti in tre ministeri: l’Interno e l’Istruzione insieme al mio. È un progetto di integrazione e di alfabetizzazione, quest’ultimo destinato soprattutto a più piccoli. Ai bambini».
Progetto di integrazione per i rom d’Italia? Cosa prevede? Quanti soldi verranno stanziati? Dzamila Stehlikovà, ministro dei Diritti umani della Repubblica Ceca, ha spiegato che in Europa ci sono ben undici Paesi già impegnati in un progetto internazionale di un decennio, cominciato nel 2005. E da noi che succede? «Ci stiamo lavorando in tre a questo progetto», ripete il ministro Carfagna. E spiega: «Non me la sento di dire da sola queste cifre, queste informazioni. Ma garantisco che il progetto è in piedi ed è serio e non sono soltanto chiacchiere».


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