Le anticipazioni della stampa sulla proposta di legge sui DiDoRe elaborata dai ministri Brunetta e Rotondi, e ora assunta da un nutrito gruppo di parlamentari del PDL, informano di un testo composto da otto articoli dove a tutte le persone risultanti all’Anagrafe, conviventi da almeno tre anni, si impongono una serie di regole che vanno dal diritto di visita in ospedale, alla designazione del convivente per le decisioni in materia di cure, espianto degli organi e celebrazioni funebri, dal subentro dell’affitto sia in caso di separazione che in caso di morte, al riconoscimento degli alimenti di sostentamento per il convivente debole.
Insomma una legge sulla pietosa dipartita del caro estinto e sulla sfortuna economica. Nessun sostanziale diritto e dovere alle parti: manca l’obbligo di assistenza morale e materiale, manca il regime patrimoniale degli acquisti fatti in comune, manca la reversibilità della pensione, manca ogni norma sull’eredità.
Riteniamo grave che l’articolo uno della bozza contenga una indicazione inutile, ideologica e formulata al solo scopo di compiacere le gerarchie vaticane e che vorrebbe obbligare tutti i cittadini italiani a contrarre il matrimonio per essere chiamati famiglia.
Questa proposta di legge è inconsistente e condita da alcune gravi affermazioni.
Comprendiamo che in questo Parlamento, così come si configurano i rapporti di forza, non sia possibile dare una vera risposta alla dignità delle persone e delle coppie LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transgender), al loro diritto di veder riconosciuti parità di diritti e di doveri.
Ci auguriamo che il Parlamento modifichi sostanzialmente questa proposta di legge, soprattutto in ordine al fatto che l’accesso a diritti e doveri sia una possibilità per le coppie conviventi e non un obbligo dal sapore illiberale.
Se si intende fornire una prima e limitata risposta al fenomeno sociale delle coppie nate fuori dal matrimonio, vanno chiariti meglio gli ambiti di azione e l’estensione a diritti e doveri sostanziali necessari a rispondere concretamente alle esigenze quotidiane di milioni di persone, depurando le affermazioni di principio ideologiche
Aurelio Mancuso, presidente nazionale Arcigay