«E’ con grande soddisfazione che il comitato provinciale Arcigay di Rimini accoglie la notizia delle modifiche apportate al regolamento cimiteriale».
I cosiddetti pacs post-mortem incassano la prima manifestazione pubblica di gradimento. Si tratta di quell’emendamento cimiteriale che consentirà anche ai non sposati di essere sepolti insieme o perlomeno vicini acquistando il loculo adiacente. Una facoltà concessa prima solo alle coppie legalmente sposate.
«Quando due persone decidono liberamente di vivere insieme, condividendo l’intimità di una casa, e che da vive esprimono la volontà di continuare a stare vicine anche dopo morte, meritano tutto il rispetto sia umano che istituzionale» scrive l’Arcigay provinciale di Rimini "Alan Turing".
«Forse qualcuno pensa che, quando finalmente una coppia che ha vissuto nel "peccato" viene separata dalla mano di Dio, allora gli uomini e le istituzioni possono finalmente raddrizzare ciò che è nato storto. Questo pensiero, fortunatamente smentito dalla maggioranza del Consiglio comunale, oltre che essere disumano è anche contrario al rispetto della libertà di scelta delle persone. L’opposizione morale a questa delibera è particolarmente odiosa perché rifiuta perfino un riconoscimento a persone che ormai sono morte, che chiedono solo di riposare per sempre».
L’Arcigay polemizza col consigliere Eraldo Giudici «Quando protesta contro la debolezza dei cattolici incapaci di difendere i valori della famiglia ha in mente l’esempio del Cardinale di Birmingham John Henry Newman, morto nel 1890, che chiese di essere seppellito vicino al suo confratello, convivente per molti anni e amico del cuore, il reverendo Ambrose St John. Il Vaticano ha recentemente deciso il disseppellimento del Cardinale e la sua separazione dalla persona che aveva deciso di avere vicina per l’eternità. Poco importa che fossero amici o amanti, casti o impuri, importa che quella è stata la loro volontà e separarli è sacrilego oltre che inumano».