Le Marche contro la violenza di genere

  

Mercoledì 5 novembre 2008 nel Consiglio Regionale delle Marche è stata approvata la Proposta di legge n.212/2008 "Interventi contro la violenza sulle donne".

Questo provvedimento (a quanto pare unico a livello nazionale) è molto importante, ma prima che arrivasse all’approvazione abbiamo dovuto lavorare moltissimo affinché il PD e Alleanza Nazionale non lo trasformassero in una legge zoppa.

Il lavoro di ideazione e stesura di questa legge è stato lungo e faticoso e cominciò circa un anno fa, quando le consigliere regionali del PD pensarono a come aiutare e finanziare i centri antiviolenza nella nostra regione (attualmente ne esiste solo uno).

In un primo momento, nel testo della proposta di legge non venivano menzionati né il concetto di violenza di genere né tanto meno parole come orientamento sessuale, se non nell’articolo 3 dove si parlava della costituzione di un forum permanente formato dalle realtà che lavorano proprio sulla violenza alle donne.

Grazie al fatto che la presidente del nostro circolo Germana Pietrani Sgalla fa parte della Commissione Pari Opportunità regionale, abbiamo avuto l’occasione di leggere il testo durante la "lavorazione" e ci siamo attivati subito, mettendo a frutto tutti i contatti e le reti che abbiamo messo in piedi nel corso degli anni.

Abbiamo lavorato con le associazioni del Forum delle donne del Comune di Ancona, con la Commissione suddetta, con la Casa rifugio Zefiro (l’unico centro di accoglienza per le donne maltrattate delle Marche) e con l’Associazione Donne e Giustizia, apportando tutte le modifiche che ritenevamo opportune. Tutto questo lavoro di rete e di confronto ha richiesto mesi. Noi ci siamo battute affinché venisse inserito il concetto di violenza di genere e fosse menzionata nella proposta di legge – nella parte delle finalità – anche la violenza legata all’orientamento sessuale. Siamo andate agli incontri pubblici dove il PD ha presentato la proposta di legge, intervenendo e dicendo la nostra. Poi abbiamo partecipato alle audizioni organizzate dalla Regione, insieme con le associazioni con le quali avevamo lavorato. Abbiamo saputo alla fine che l’unica provincia dove il PD aveva ricevuto critiche sul testo era stata Ancona.

Venerdì 31 ottobre nella V Commissione permanente del Consiglio Regionale si sono apportate le ultime integrazioni alla proposta di legge, ma sorpresa: su richiesta di AN sono state soppresse le parole “orientamento sessuale” (nell’articolo 3 dove si parla del forum permanente). Il PD ha concesso senza nessuna obiezione.

Abbiamo urlato, minacciato (all’orizzonte ci sono le elezioni europee e poi le comunali e le regionali) e attaccato. Il PD ha risposto che non era importante inserire le modifiche richieste perché la legge doveva essere condivisa e quindi approvata trasversalmente (cioè da tutti i partiti) e poi era importante che venisse approvata per sostenere economicamente le associazioni che si occupano di violenza alle donne. Come se il nostro intento fosse affossare la legge…. Il nostro obiettivo era rendere il testo qualcosa di più e di meglio di un “movimento di cassa”: citare all’interno della norma la violenza di genere e spiegare cos’è significava legare la legge con un filo rosso ai movimenti delle donne degli ultimi anni, alla piattaforma di Pechino del 1995, darle quindi uno spessore politico, oltre che economico. Inserire poi la violenza legata all’orientamento sessuale rappresentava un ulteriore dichiarazione di principio. Tanto più che nella Regione Marche abbiamo un Governo di centrosinistra, quindi c’erano tutti i numeri per approvarla, anche senza Forza Italia e Alleanza nazionale.

Immediatamente ci siamo attivati. Abbiamo contattato Rifondazione Comunista e ci siamo accordati affinché loro presentassero degli emendamenti, precedentemente elaborati insieme.
Eravamo presenti alla riunione del Consiglio regionale per assistere alla votazione della legge e quello che si visto è stato una Sinistra compatta che ha sostenuto le nostre richieste e un PD che – pur di portare a casa la legge – ha ceduto ai ricatti di Alleanza Nazionale, la quale non voleva alcun riferimento all’orientamento sessuale. Lo spettacolo è stato davvero indegno: non solo per gli argomenti tirati fuori a difesa delle ragioni del PD, di Forza Italia e di Alleanza nazionale, ma anche per la mancanza assoluta di ritegno e di rispetto nei confronti di cittadini che cretini non sono. Una consigliera del PD decide di presentare anche lei un emendamento per rimettere al suo posto la menzione all’orientamento sessuale, poi sotto le pressioni di AN lo ritira. Rifondazione subisce le pressioni del PD, ma non cede e presenta i propri di emendamenti. Tutto questo di fronte ai nostri occhi attoniti per tanta mancanza di rispetto.

Alla fine, siamo riusciti ad ottenere che nel testo fosse inserito il concetto di violenza di genere, che è la sintesi di qualsiasi forma di violenza, tra cui anche quella legata all’orientamento sessuale, ma non siamo riusciti ad ottenere di far inserire nell’art.3 l’orientamento sessuale.

Una consigliera del PD (che è anche vice presidente del Consiglio regionale) ha argomentato che comunque le lesbiche verranno assistite come qualunque altra donna, quindi non serve scriverlo nella legge; la nostra è solo una questione ideologica.

Il comportamento del PD è stato non coerente e ipocrita. Noi, come al solito, siamo stati immolati sull’altare della real politik e dei buoni rapporti tra partiti.

Considerato tutto questo e considerato anche che ci sono altri provvedimenti legislativi sui quali stiamo lavorando, stiamo valutando la possibilità di avviare contatti con Forza Italia (che nella votazione degli emendamenti si è astenuta).

La morale è: come possiamo fidarci di un Partito Democratico che si comporta peggio di Alleanza Nazionale? E’ per questo motivo che nei prossimi appuntamenti elettorali daremo pieno appoggio ai partiti di sinistra (Rifondazione comunista, Comunisti Italiani, Verdi) che hanno dimostrato coerenza.

Circolo Arcigay-Arcilesbica Caleido
Germana Pietrani Sgalla


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