L’importanza di essere “minori”

  

Ancora poco tempo fa, in un’occasione pubblica, il nostro Festival è stato definito “minore”.
Consueta e scontata la mia reazione di rabbia, di stupore, di incredulità. Questo Festival è ancora vissuto, e considerato, come un’espressione culturale non adulta e non matura.
È inutile e immaturo un luogo aperto e disponibile, di scambio, di confronto, di dialogo e rispetto? È forse inutile cogliere e proporre importanti opportunità per conoscere e capire il senso globale della vita, della nostra vita? È forse inutile il successo di questo progetto culturale che si rinnova e aumenta anno dopo anno, e che ci ha portati a essere il festival GLBT più importante in Occidente?

Stiamo per avvicinarci ai nostri primi 25 anni di età e, ripensando a quell’etichetta di festival “minore”, riflettendoci, mi sono detto che hanno ragione e ne devo essere fiero ed orgoglioso.

Questa è una creatura di minoranza, di nicchia, inclusiva, rispettosa, attenta e aperta.
È un evento che dà voce e spazio a chi diversamente non ne avrebbe nei circuiti “maggiori”, che non si stanca di ricercare e contaminare, che ingloba e propone ogni anno esperienze a 360° di esplorazione e costruzione dell’immaginario queer e della cultura cinematografica.

Senza mai smarrire un profondo senso di “community”, di partecipazione e solidarietà, e di gratitudine più che mai quest’anno per chi ha generosamente risposto al nostro appello SOSTIENICI, lanciato per educare una certa politica miope e provinciale a non sottovalutare la passione e l’impegno che legano pubblico e Festival.

E quindi anche quest’anno insieme allo staff che rende l’intuizione possibile, è stata confezionata un’edizione che può soddisfare ogni sorta di interesse del nostro splendido pubblico e anche della critica.
Scorrendo il programma si può scoprire con quanto amore, rigore, gioia, e anche fatica, siamo riusciti a costruire anche questa 24esima edizione.

Non serve ripetere tutto ciò che concorre a comporre questo bel programma, ma penso che sia necessario ricordare e ringraziare i tre autori ai quali il Festival ha deciso di assegnare il Premio Speciale per sottolineare l’importanza del loro lavoro e del loro costante impegno: Ventura Pons, regista catalano, pioniere del “cinema gay” spesso presente nel corso degli anni al Festival torinese di cui proietteremo il nuovo film Forasters; Monika Treut, regista e attivista tedesca, amica del Festival che con i suoi film (quest’anno vedremo la sua ultima fatica, Ghosted) ha portato avanti una continua ricerca sul mondo della sessualità considerata “deviante”; John Greyson, il regista di Zero Patience, Lilies e Proteus, che con Fig Trees, sorprendente documentario-musical-opera, ci ricorda il flagello dell’Aids e ci spinge a lottare ancora come fanno i protagonisti del film, un sudafricano e un canadese, anche contro l’incosciente presa di posizione della Chiesa Cattolica.

Un affettuoso ringraziamento va a Ferzan Ozpetek, per aver accettato l’invito a presentare "i film della sua vita" e, in particolare, per aver scelto il bellissimo Leoni al sole di Vittorio Caprioli che ci darà la possibilità di avere fra noi l’amata Franca Valeri.

Ci tengo ancora a ricordare “A qualcuno piace libro”: presentazioni giornaliere di libri, letture e incontri con gli autori.

Il ringraziamento “operativo” invece va a quanti rendono possibile il Festival, gli Enti finanziatori, tutti i “piccoli” e “grandi” sponsor, ma soprattutto un grazie all’“irriducibile” squadra dei volontari!

Ancora una volta dunque ecco “I Film che cambiano la vita” per scoprire, conoscere e condividere; per lasciarci sedurre dalle tante e varie contaminazioni e incursioni che il Festival concede e si concede. Come piacerebbe a Ottavio.

Giovanni Minerba
Direttore Torino Gay Lesbian Film Festival Da Sodoma a Hollywood

La presentazione del programma del Festival
Dal 23 al 30 aprile 2009
https://www.arcigay.it/cinema-lgbt-abita-a-torino

www.tglff.com

Nella foto: una scena del film "Boy" del regista filippino Auraeus Solito


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