Voglio scendere in strada al Genova Pride perché…

  

Sarò al Genova Pride perché…

Riflessioni, testimonianze, chiamate, aspettando il Pride nazionale
LGBTQI 2009

Alcuni attivisti in prima fila nella battaglia a favore dei diritti civili per la comunità lgbtqi, ma anche persone comuni, unite dalla voglia di combattere per la libertà di ogni singolo individuo, spiegano ai nostri lettori perché parteciperanno al Pride di Genova.


Fonte Gay.TV


Voglio scendere in strada e partecipare al Genova Pride perché…


Ancora c’è tanto da fare e scendere in strada significa mostrarsi, esserci, dare visibilità a tutte le persone che invece in strada non possono scendere, in Italia come in altre parti del mondo. Parteciperò al Genova Pride perché ci credo, perché manifestare ad un Pride significa affermare l’appartenenza ad un gruppo sociale spesso discriminato, emarginato, o anche solo non considerato, dato per inesistente. Scenderò in strada perché il Pride è il momento in cui l’orgoglio che ho nell’essere me stessa è in condivisione con mille altre persone e questo mi da la possibilità di sentire che gay, lesbiche, bissesuali, trans e chi ci è vicino possono spostare gli equilibri e permettere alla società di fare dei passi avanti, insieme.
Valeria Roberti, coordinatrice gruppo giovani Arcigay Bologna Il Cassero

Al Pride di Genova voglio scendere in strada non solo per  stare insieme  a tutte quelle persone che desiderano lottare per i propri diritti e per la libertà di amarsi… ma anche per  dire a Giovanni – il mio compagno di vita – che: il 27 giugno 2009 sono 25 anni che viviamo insieme e che in questi anni non ho mai smesso di guardarlo  con la stessa tenerezza con cui lo vidi il primo giorno. Sono stati anni pieni: di affetto, di amore,  di amici, di lavoro, di studio, di carriera e di testimonianze… sono stati anni vissuti a piene mani… e ricchi di emozioni… come sono certo saranno quelli futuri.
Ti amo.
Rosario Murdica, Roma

Ormai non ne posso più fare a meno! Ogni volta che partecipo mi dà sempre qualcosa in più, in termini di energia, di entusiasmo, di divertimento e di commozione. È uno stimolo per continuare a lottare: in un paese in cui essere vivi, tranquilli e felici non è mai dato per scontato, è bello poter ancora avere un così grande momento di libertà e condivisione.
Massiliano Carvelli, segretario Eos Arcigay Calabria – Cosenza

Parteciperò con orgoglio al Pride nazionale di Genova, per lottare nel mio piccolo a voce alta contro ogni atto di intolleranza e indifferenza da parte del Governo Italiano, contro ogni atto di discriminazione che quotidianamente persone LGBT sono costrette a subire.
Raffaello Della Penna, Milano

Vorrei scendere in piazza a Genova perché è da parecchio tempo che mi sembra di esser in guerra, una guerra che non ho dichiarato, ma che sempre più persone muovono contro di me in quanto gay e contro tutte le persone LGBT: guerra che vorrei combattere non nascondendo il capo, ma proponendo orgogliosamente la mia diversità nell’esser uomo e cittadino attivo di questa società.
Ho una grande paura… che questo background violento che si va via via creando porti quest’Italia, pur bacchettona da secoli, verso una deriva omofoba nuova più vicina all’immaginario balcanico che alla tradizionale ipocrisia d’oltre Tevere con la quale facciamo i conti da secoli.
Marco Reglia, referente Arcigay Memoria, Trieste

Sento il sottile bisogno di esprimere la mia specificità, con tutte le sue sfaccettature e attraverso le mille modalità proprie della mia persona. Vivrò questo Pride affermando ciò che mi accomuna con tutte le persone che girano attorno e attraverso quello che chiamiamo LGBTQI, sforzandomi come sempre di non far apparire quell’acronimo completamente vuoto, sforzandomi di non lasciare che il progressivo allungamento della sigla sia solo un atto “politically correct”, ma che piuttosto dia vita ad un effettivo arricchimento. Vivrò questo Pride affermando ciò che mi differenzia dalla “politica dei partiti” che ormai non è più rappresentativa e ciò che mi distanzia dalle politiche delle associazioni che hanno fretta di nominare le etichette identitarie, e nemmeno tutte, senza chiedersi quanto possano essere pronunciate in maniere escludenti.
Mauro Meneghelli, Bologna

Gay, lesbiche e trans vivono dappertutto in Italia. Quindi è giusto portare l’orgoglio lgbt dappertutto. I pride sono sempre una bella festa, colgono il cuore e il senso di quel che dovrebbe essere una vera manifestazione, perché quella parola vuol dire: di evidenza palpabile, così apparente che quasi potrebbe toccarsi con mano, esposto agli occhi di tutti. Altro che ostentazione! Noi durante i Pride facciamo proprio quel che si immaginava il vecchio Pianigiani nel suo dizionario etimologico. Quindi io a Genova ci sarò per esserci e per rendere manifesto che il popolo lgbt c’è e non se ne vergogna neanche un po’, ma è orgoglioso, deciso, degno di rispetto e rivendica i suoi diritti!
Bert D’Arragon, coordinatore progetti di formazione Arcigay, Pistoia

Ci sarò per rivendicare i nostri diritti e i nostri doveri di cittadini, di italiani di serie A. Scenderò in piazza per far vedere ai nostri amici e alle nostre amiche, vittime spesso di moralità omofobe, se non addirittura razziste e discriminatorie, che non hanno ancora trovato il coraggio di esprimere liberamente il loro essere! saremo uniti e forti: bisogna credere che in questo giorno, anche se non potremo fare tutto, potremo comunque fare molto! Buon Pride! A tutti e a tutte!
Stefano Pittaluga, volontario Genova Pride, Genova

E tu, perché parteciperai al Genova Pride, sabato 27 giugno? Scrivilo nei commenti di www.gay.tv!


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