Il primo sit-in di Pavia

  

PAVIA. Pavia come Milano, Torino, Bologna e Roma: dopo la notizia della bocciatura del provvedimento anti omofobia alla Camera, martedì sera, i giovani del comitato promotore Arcigay Coming Aut hanno iniziato il tam tam. E, spontaneamente, il ritrovo del martedì sera al P-Town di corso Carlo Alberto si è trasformato in sit in pacifico sotto il tribunale, il primo mai fatto in città dalla comunità gay. Delusione per il rigetto di un provvedimento che inseriva tra le aggravanti dei reati, i fatti commessi «per finalità inerenti all’orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato». «In questo clima di intolleranza, dove ogni giorno si sente parlare di aggressioni ai danni di omosessuali, abbiamo paura», dice uno studente.

Erano una settantina i giovani che hanno protestato contro la decisione del parlamento di approvare la pregiudiziale di costituzionalità presentata dall’Udc al testo sull’omofobia. Sono rimasti più di un ’ora con sulle spalle bandiere arcobaleno e candele in mano. «Simboleggiano la speranza e il ritrovo sotto il palazzo di Giustizia, la nostra domanda di giustizia di fronte alla bocciatura aberrante di un provvedimento che ci colloca al di fuori dalla comunità europea», ha spiegato Giuseppe Polizzi di Arcigay Coming Aut e Rete Lenford per i diritti di omosessuali e trans. Verso le 22 e 20 sono arrivati anche alcuni membri del Partito democratico pavese: «Eravamo in riunione quando Tsantinis (Michele, ndr) ci ha avvertiti del sit in e io e i portavoce di tre circoli di quartiere abbiamo deciso di partecipare in segno di solidarietà», ha spiegato Antonio Ricci, segretario cittadino.


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