Pavia. La Lega: sì al Gay Pride sul Ticino

  

di Giuseppe Spatola
PAVIA «Non si dica che la Lega è il partito delle discriminazioni. Abbiamo aperto un dialogo con l’Arcigay di Pavia e siamo pronti a valutare possibili collaborazioni per organizzare eventi in città». Non si nasconde Matteo Mognaschi, ex leader pavese dei Giovani Padani, oggi capogruppo del Carroccio a Palazzo Mezzabarba, sede del consiglio comunale. Mognaschi, che con gli alleati del Pdl di Pavia e Bergamo venerdì scorso ha partecipato a un incontro con i responsabili dell’Arcigay, puntualizza: «Già in passato il nostro gruppo ha votato un ordine del giorno contro l’omofobia. Questo non vuol dire, però, che siamo a favore delle coppie di fatto: per la Lega la famiglia, quella tradizionale, è sacra e non può essere sostituita. Altro discorso vale per eventuali iniziative culturali che l’Arcigay vorrà sottoporci. Le porte del palazzo sono aperte a ogni iniziativa che faccia bene alla città e al suo turismo». Come dire che il primo passo per organizzare il «Gay Pride» lombardo nella città del Ticino è già stato fatto. Lo conferma Giuseppe Eduardo Polizzi, socio fondatore dell’associazione pavese: «Il capogruppo della Lega Nord si è detto disponibile a ospitare il Gay Pride regionale a Pavia in quanto costituisce una fonte di ricchezza. L’incontro di venerdì scorso è servito a confrontarci su diversi temi e abbiamo trovato insperate convergenze con gli amministratori di centrodestra». Non solo gay pride. Niccolò Fraschini, ex Pdl oggi finiano doc, presidente della Commissione Pari opportunità del Comune di Pavia, si farà invece promotore in consiglio comunale di un ordine del giorno per la parità di accesso alle graduatorie per le case popolari per le coppie omosessuali.


  •