Municipio, scherno contro i gay

  

Affisso un manifesto alla mostra Esu. Zan: «Luogo inopportuno»
di ENRICO ALBERTINI
Se non ci fosse bisognerebbe inventarla. Su questo non ci piove: la goliardia padovana è una tradizione ormai legata alla città. Al massimo se ne può fare una questione di stile. La mostra, organizzata dall’Esu nel cortile pensile di Palazzo Moroni, mostra le foto di goliardi con presidenti della Repubblica (Pertini, Ciampi e Scalfaro) e con il sindaco Zanonato.
Ma anche goliardi con ministri e rettori. Ma accanto all’inno classico «gaudeamus igitur» compare anche un altro canto, tipico del giorno di laurea, di dubbio gusto (in foto). Si tratta della rivisitazione della vispa Teresa, «idolo» dei bambini di una volta. Che si scopre essere qualcos’altro, almeno leggendo quanto scritto.
Il laureato, infatti, declama i suoi versi: «La vispa Teresa avea tra l’erbetta a volo sorpresa gentil farfalletta, e tutta giuliva gridava distesa: l’ho presa, l’ho presa, l’ho presa…» e poi giù una volgarità facilmente intuibile. Anche dalla risposta, sempre messa nero su bianco, che gli amici del laureato gli urlano in coro: «Te sta ben cueaton».
In altre parole, non il massimo della finezza. Soprattutto se ad ospitarla è Palazzo Moroni, forse chi ha organizzato la mostra fotografico poteva scegliere qualche altro canto tipico. Sulla questione interviene anche l’assessore all’Ambiente Alessandro Zan, presidente dell’Arcigay Veneto: «E’ una scritta innocua, che riporta lo spirito dissacratore della goliardia. Però il Comune non è il luogo adatto: bisogna in ogni caso mantenere intatto la forma istituzionale del luogo». Magari mettendo due righe di spiegazione del perché della filastrocca, cercando di contestualizzarla. La mostra dell’Esu, infatti, è frequentata non solo dagli studenti e quel cartello, in bella vista, suscita molti commenti dei visitatori.


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