Pesaro. Il Pdl contro il registro delle unioni civili

  

di THOMAS DELBIANCO

«La proposta per il registro sulle unioni civili è solo propaganda politica finalizzata all’ottenimento di consenso elettorale su una questione dove i Comuni non possono agire». Le parole del vicecapogruppo Pdl Massimiliano Nardelli sono come un macigno sulla possibilità di una condivisione del suo schieramento politico alla mozione di Ballerini della lista civica Pesaro a Cinque Stelle, firmata da Di Bella dell’Idv, che nella recente commissione Affari Istituzionali è stata condivisa anche dal Pd. L’attenzione di Nardelli è rivolta proprio a “spaccare” i democrat, dopo l’appoggio, espresso dal segretario Vimini del Pd, al documento per il registro delle coppie di fatto, con l’inserimento di modifiche relative al Dpr 1989, che già prevede il riconoscimento, anche a Pesaro, dei vincoli affettivi diversi dal matrimonio e senza distinzioni di sesso. Nardelli, in un passaggio al vetriolo, ritiene che questa proposta abbia il solo scopo di «costruire un disegno politico che la sinistra Pd vuole imporre all’ala più moderata e cattolica del partito». Parla addirittura di «una sorta di tangente morale assolutamente da contrastare soprattutto da parte di coloro che, pur in schieramenti diversi, credono ancora in determinati valori comuni», con un riferimento implicito all’area degli ex Margherita e a chi nel Pd si riconosce nei valori cattolici. «Qui non si vogliono discriminare i diritti delle persone, ognuna delle quali è libera di vivere il suo legame affettivo come meglio crede. E’, però, inaccettabile il tentativo di istituire un registro per tentare una sorta di equiparazione con il ruolo sociale della famiglia, riconosciuto dalla Costituzione, quale unica società naturale fondata sul matrimonio». Il vicecapogruppo Pdl sostiene che «evidentemente la bocciatura dell’ordine del giorno in consiglio comunale proprio sull’istituzione dei registri delle unioni civili ed il conseguente richiamo che D’Alema ha fatto agli amministratori del Pd durante Festa Pesaro (anche l’Arcigay si era scagliata contro il Pd locale, ndr) sta sortendo i suoi effetti. Si vuole cercare di trasferire a livello locale una questione di competenza nazionale, quando ancora il parlamento non si è espresso proprio a causa delle divisioni politiche». Supportati dal parere tecnico del dirigente dell’anagrafe, i membri di commissione erano sembrati ottimisti sulla possibilità di un’applicazione pratica, e non solo simbolica, del registro, ad esempio con il diritto, per le coppie iscritte nel registro, di accedere a bandi per agevolazioni economiche e regolamento per le case popolari. Ma Nardelli non è dello stesso avviso: «I Comuni non possono agire, nè dal lato della tutuela giurdicia, nè su quello della tutela economica. Il rischio è quello di creare un papocchio legislativo e generare confusione su un provvedimento che, non essendo ancora stato regolamentato a livello nazionale, può generare aspettative che poi non potranno avere riscontro nella realtà».


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