L’omofobia è un sentimento da combattere. Da sradicare e sconfiggere una volta per tutte. A livello “culturale”, ma anche a livello normativo. E soprattutto – avverte il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano – è un sentimento che non deve essere “ostentato”.
Nella Giornata internazionale contro l’omofobia, quando ancora un italiano su quattro ammette che preferirebbe non avere un gay come vicino di casa, lo stop alla violenza contro chi è considerato diverso a causa dell’orientamento sessuale è bipartisan: arriva dalle più alte cariche dello Stato, dalla politica e dalle associazioni e movimenti lgbt.
Di diverse estrazioni politiche è anche il nutrito gruppo che chiede una rapida approvazione della legge contro l’omofobia, che arriverà in aula alla Camera il 23 maggio. Tra i supporters, il ministro delle Pari Opportunità, Mara Carfagna e la proponente, la democratica Anna Paola Concia.
“L’ostentazione in pubblico di atteggiamenti di irrisione nei confronti di omosessuali è inammissibile in società democraticamente adulte”, ha puntualizzato Napolitano in un messaggio. “Non bisogna sottovalutare i rischi che l’abitudine all’uso nel discorso pubblico di allusioni irriverenti, lesive della dignità delle persone, contribuiscano a nutrire il terreno sul quale l’omofobia si radica”.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, ha ricordato che “i principi dell’inviolabilità della persona e della dignità umana sono alla base della nostra Costituzione”, mentre il presidente della Camera, Gianfranco Fini, durante una cerimonia alla Camera, ha affermato che “l’omofobia deve essere combattuta a livello culturale, rimuovendo quel pregiudizio ancora molto diffuso che impedisce agli omosessuali di vivere nella vita i loro diritti fondamentali”. In più, Fini ha auspicato che in occasione della prossima Giornata, nel 2012, si possa festeggiare anche l’approvazione della legge contro l’omofobia.
Un provvedimento che, secondo Carfagna, “non crea contrappo-sizioni, ma marca il disvalore di una serie di atti socialmente riprovevoli; un testo che non sminuisce il ruolo di alcuno e che mi auguro possa diventare presto legge dello Stato”. Per il ministro “l’orientamento sessuale non può essere causa di disuguaglianza sociale” e l’omofobia è un problema che “attraversa tutta la schiera politica, non è di destra né di sinistra”.
Anche il leader del Pd, Pierluigi Bersani auspica una “rapida approvazione della legge per contribuire a costruire un paese inclusivo, accogliente verso ogni individuo, indipendentemente dall’orientamento sessuale e dall’identità di genere”. Sulla stessa linea anche la pd Concia secondo cui bisogna andare oltre alle ideologie e approvare “insieme”, destra e sinistra, la legge.
Un coro di approvazione per le posizioni manifestate dalle istituzioni è giunto anche dai movimenti lgbt. Arcigay però chiede “risposte degne di democrazia”, Gay Center “interventi concreti”, mentre Imma battaglia (DiGay Project) incoraggia alla “trasversalità”.
Per Franco Grillini (Idv) l’omofobia è “una pericolosa patologia sociale da combattere con tutte le forze, a partire delle istituzioni”, mentre per Vladimir Luxuria “vuol dire anche essere contrari alle unioni civili. Per questo chiedo a Fini e a Carfagna di chiarire la propria posizione su diritti e doveri delle coppie conviventi omosessuali”.