Milano. Concesso patrocinio al Gay pride

  

Pisapia: corteo, acciamo come Alemanno. Carlo Masseroli (Pdl): «I cattolici sono ancora in festa?»

MILANO – Sobrietà nei costi (e negli stipendi dei dirigenti esterni), un clima «costruttivo e positivo», unanimità in tutte le scelte, il patrocinio alla Gay Pride Parade. La nuova giunta si presenta alla città con i suoi primi interventi, le nomine del direttore generale (Davide Corritore) e del capo di gabinetto (Maurizio Baruffi), la consegna delle deleghe a vicesindaco e assessori, il riconoscimento della manifestazione per i diritti degli omosessuali che si terrà il 25 giugno in città. Commento immediato, per evitare polemiche e dietrologie: «Dopo il grande successo della manifestazione di Roma, nei confronti della quale lo stesso sindaco Gianni Alemanno ha avuto parole di apprezzamento, anche Milano ha ritenuto opportuno patrocinare il Gay Pride». Giunta e dopogiunta, tocca al vicesindaco Maria Grazia Guida raccontare le decisioni della squadra. A partire dalle nomine dei consulenti esterni e dei loro compensi.

Nel dettaglio: per Corritore si passa dai 230 mila euro lordi annui del suo predecessore Antonio Acerbo a 210. Per Baruffi dai 160 di Alberto Bonetti Baroggi a 140. Tagli dal 10 al 15 per cento. Gli impegni di spesa, continua la Guida, «saranno di molto inferiori rispetto a quelli precedenti». E comunque «vogliamo lavorare in sobrietà non solo per una questione economica, ma per dare un segnale alla città ed essere più vicini ai cittadini». Austerity. Tanto più che «sui conti del Comune è stata rilevata una grande sofferenza: entro 15 giorni con l’assessore Tabacci avremo un quadro completo della situazione».

Nessuna decisione sui referendum e la conferma al sindaco delle deleghe su partecipate, innovazione e agenda digitale, giovani, cooperazione internazionale, pari opportunità, tutela degli animali, risorse umane, avvocatura, facility management. Tra gli interventi c’è anche l’approvazione dell’informativa sulle linea programmatiche relative alle azioni ed ai progetti da realizzare nel corso del mandato che sarà discussa lunedì durante il primo consiglio comunale. Entro un mese, ecco l’annuncio, sarà stilato il piano generale di sviluppo. Tra le delibere, anche una serie di costituzioni di parte civile (una nel processo penale a carico di un occupante abusivo di un immobile del Comune) e otto patrocini ad altrettante manifestazioni in programma sul territorio. Uno è quello (senza contributi in denaro) alla Gay Pride Parade organizzata e promossa dal Centro di iniziativa Gay – comitato Provinciale Arcigay Milano Onlus.

Inizio col botto, anche se Pisapia fa riferimento al sindaco della Capitale (di colore politico opposto) e gli esponenti della Giunta cercano di minimizzare. Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e Coesione sociale, di area cattolica, spiega: «Non dare il patrocinio sarebbe stato discriminatorio. Darlo non è necessariamente una condivisione di principi. E la responsabilità organizzativa è dell’associazione, non del Comune». E mentre l’Arcigay esulta («dopo anni di oscurantismo con Letizia Moratti, il vento è davvero cambiato») invitando Pisapia a unirsi alla manifestazione in piazza Scala, l’esponente del Pdl di area ciellina Carlo Masseroli provoca: «I cattolici sono ancora in festa?». Si scoprirà nei prossimi giorni. Anche dopo l’ultima correzione nelle deleghe dell’assessore Pierfrancesco Majorino: sostegno alle famiglie, non alla famiglia. Una vocale che, in sostanza, può determinare una forte apertura alle coppie di fatto. Il neoassessore commenta: «È un atto di normale modernità, Milano deve essere una grande e bella città civile».

Annachiara Sacchi


  •