Sará una grande festa dei diritti. E non solo di quelli rivendicati dalla comunitá gay del meridione d’Italia che il prossimo 26 maggio si ritroverá a sfilare per le vie di Salerno al fianco di tante sigle, associazioni, partiti, singoli cittadini da tempo impegnati affinchè il nostro diventi un Paese migliore. Quella prevista a primavera inoltrata non sará la giornata dell’orgoglio omosessuale. O per lo meno non solo. Perché alla parata, che chiuderá la settimana di incontri e dibattiti che prenderá il via il 17 maggio da Napoli in occasione della Giornata mondiale contro l’omofobia, non parteciperanno solo uomini che amano uomini e donne che amano donne, ma soprattutto liberi cittadini, desiderosi di portare avanti una battaglia a favore dei diritti di tutti e di ciascuno, a prescindere dalle loro preferenze sessuali, dal loro credo religioso, dalla condizione sociale o dal colore della pelle.
Ed è per questo che ad aderire alla grande manifestazione promossa dal coordinamento Campania Rainbow e fortemente voluta da Antonello Sannino, sono stati in tanti, omosessuali e non. Chi si aspetta piume di struzzo e drag queen, costumi sgambati e comportamenti oltremodo disinibiti, per poter poi gridare allo scandalo, rimarrá deluso. «In un momento di nichilismo strisciante è importante recuperare il senso del pudore in ogni cosa – afferma Martina Castellana, responsabile consultorio Dig (disagio identitá di genere) dell’Asl di Salerno e consigliere politico alle Pari opportunitá di Palazzo Sant’Agostino – l’ultima cosa di cui si ha bisogno è un carrozzone imbandito a festa che sottolineerebbe quel ghetto dal quale si vuole e si deve uscire».
Si parla di Pride, quindi, e non di gay pride perché, come continua Castellana, «si manifesterá per la conquista dei diritti per tutte quelle anime imbavagliate che non hanno mai avuto modo di esprimersi». Una sfilata contro ogni discriminazione quella che attende Salerno, che cercherá di superare il suo finto bigottismo dimostrandosi invece cittá libera, aperta e democratica. Una sfilata che ha raccolto consensi anche tra alcuni “illuminati” esponenti della Chiesa, come frate Gianfranco Pasquariello, francescano del convento di piazza San Francesco, che ha affermato che «manifestare contro discriminazioni e soprusi è sempre giusto, basta che si tenga conto della sensibilitá di tutti». No, quindi, all’ostentazione e alla provocazione a tutti i costi, sì, invece, a una battaglia di civiltá in favore di quanti vivono nel disagio. Il Pride ha, ovviamente, raccolto molti consensi nel mondo dell’associazionismo cittadino; Giuseppe Cavaliere, presidente dell’Arci Salerno, auspica, però, che «al di lá della parata finale, simbolico momento di rivendicazione, la manifestazione possa essere piattaforma programmatica per il futuro. Gli incontri e i dibattiti organizzati dovranno servire per riflettere sui diritti di tutti in base alle identitá di ciascuno». Quel che è certo è che sará una bella scommessa per Salerno che si potrá dire vinta se, come continua Cavaliere, «le istituzioni avranno la capacitá di cogliere lo spirito laico del nostro vivere civile e democratico, non strumentalizzando l’evento per arrivare a traguardi che vanno raggiunti con il tempo e dopo ampi dibattiti».
Titti Santulli, del comitato salernitano “Se non ora quando”, che ha giá manifestato la sua completa adesione alla manifestazione, è convinta che «non ci saranno meccanismi di censura perché in strada scenderá il desiderio di libertá. Di fronte ai diritti negati nessuna forma di espressione deve scandalizzare. E Salerno deve essere fiera di accogliere una manifestazione così importante, che richiamerá persone da tutto il Sud. Solo così potrá dimostrare di essere davvero libera e accogliente». L’auspicio è che l’energia che si respirerá per le strade cittadine possa alimentare un reale desiderio di cambiamento nella societá e soprattutto possa modificare, a livello istituzionale, la vita di chi è ancora discriminato.
Fiorella Loffredo
Salerno. «Manifestare per i diritti non fa scandalo»
Questo articolo è stato scritto il 4 gennaio 2012.
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