(mir) In occasione delle Primarie del centrosinistra a Piacenza, il circolo Arcigay “L’Atomo” e la Agedo (Associazione genitori di omosessuali) di Piacenza hanno chiesto ai sei candidati di pendere posizione riguardo alla mozione contro l’omofobia che è stata votata in consiglio comunale lo scorso 16 maggio.
Solo quattro hanno risposto, il primo è stato Luigi Rabuffi (Federazione della Sinistra): “Potete pienamente contare su di me – ha scritto – e in quel “pienamente” ci sta ogni azione, ogni provvedimento, ogni iniziativa che permetta di superare i tanti assurdi ostacoli che spesso intralciano il percorso della coesione sociale e del pieno riconoscimento dei diritti. Nel mio programma non ci sono “ultimi” né “primi”, ma solo il desiderio di vivere tutti insieme, fianco a fianco, col sorriso sulla labbra”.
Poi è stata la volta di Paolo Dosi (Pd), più stringato: “Vi confermo la mia disponibilità a sottoscrivere la mozione di cui all’oggetto”.
Molto articolato il riscontro dell’altro democratico in corsa, Fancesco Cacciatore: “Conosco bene la mozione che avete allegato perché i promotori sono colleghi amministratori, oltre che di partito, ed alcuni sono miei compagni di viaggio proprio in questa esperienza delle Primarie. È vero: l’Italia resta un Paese che non ha ancora una legge sull’omofobia. Anche Piacenza, purtroppo, non è immune da episodi che hanno visto come vittime giovani omosessuali, i quali hanno preferito non esporre denuncia alle autorità competenti, ma scelto di cambiare città. Per un amministratore perdere un cittadino è sempre una sconfitta, qualunque sia il motivo: sia perché manca il lavoro sia, ancor più grave, perché vittima di discriminazioni. Quindi credo sia fondamentale intervenire promuovendo campagne di sensibilizzazione per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, rivolte soprattutto agli istituti scolastici e coinvolgendo le associazioni impegnate su questi temi in città. Inoltre, vorrei arrivare a concretizzare l’adesione del nostro Comune alla rete delle amministrazioni per il superamento delle discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere (Readt). Un primo passo, una scelta che spero possa essere utile a superare il dualismo normalità/diversità e spostare l’attenzione sul concetto di persona”.
Infine, è intervenuto Samuele Raggi (Idv): “Condivido ogni singola parola di quell’ordine del giorno che, seppur votato dal consiglio comunale oggi in scadenza, sarà da me portato avanti in ogni suo punto. Sono convinto da tempo che si debba estendere alla legge Mancino l’aggravante per omo/transfobia perché purtroppo ancora oggi sono troppi gli episodi di violenza nei confronti delle persone lgbt la cui unica colpa è quella di vivere apertamente il loro amore verso il proprio partner”.
Piacenza: in quattro rispondono all’appello di Arcigay
Questo articolo è stato scritto il 3 febbraio 2012.
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