Ferrara parla di matrimoni tra persone dello stesso sesso come un “adorabile frivolone”

  
foto s Gregorovius wikicommons

di Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay

Ieri sera anche Giuliano Ferrara da “Radio Londra” ha voluto aggiungersi al corteo di opinionisti (piuttosto disinformati e ben poco obbiettivi in verità) sul matrimonio tra persone dello stesso sesso; aggiungendo una perla alla già ricca catena di amenità.

Insomma, per Ferrara noi poveri gay e lesbiche non comprendiamo l’enormità di un termine, “matrimonio”, che implica una progettualità, una solidità , un reciproca solidarietà e persino una stabilità e durata assolutamente al di fuori della nostra portata.

Noi siamo frivoli, come frivoli e leggerini sono evidentemente un po’ tutti i più importanti leader politici d’Europa, da Sarkozy, ad Hollande, Cameron, Blair fino persino a Sua Maestà la Regina Elisabetta II d’Inghilterra, ovvero i tanti che  incautamente, e con questa oramai svelata leggerezza, hanno parlato in favore del matrimonio civile tra persone dello stesso sesso.

Eppure caro Ferrara basterebbero un gesto ed un atteggiamento di grande semplicità ed onestà intellettuale: confrontarsi senza pregiudizi con chi questo tema lo rappresenta attraverso una battaglia politica che guarda al bene, all’eguaglianza, alla democrazia ed alla laicità del Paese in cui tutti viviamo, ed imparare a conoscere l’intensità, la solidità, la durata, la reciproca solidarietà morale e materiale delle coppie dello stesso sesso.

Scoprirebbe che i requisiti li possediamo gia tutti e che in più abbiamo anche la pretesa di pensare che è l’amore, e niente altro, il fondamento unico ed esclusivo del rapporto tra due persone che viene regolato dal matrimonio. I nostri matrimoni toglierebbero qualcosa a lei? Toglierebbero qualcosa agli altri matrimoni? Riconoscere diritti limita i diritti di chi li ha gia? Oppure pensa che l’amore tra due persone sia suscettibile di gerarchie e dislivelli e che i nostri valgano di meno? Suvvia, caro Ferrara, la verità è che alla fine lei ha detto cose prive di confronto, riscontro, argomentazione ,ovvero quelle che in genere si definiscono delle “banalità”. Lei però resta un noto giornalista, per cui preferisco pensare che abbia voluto “gigioneggiare”, e in mezzo a tanta evocata frivolezza dimostrarci che è proprio lei un adorabile frivolone.


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