Gay Pride nazionale a Bologna

  

La giornata dell’orgoglio gay nazionale si terrà quest’anno il 9 giugno Bologna. Dopo Genova, Napoli e Roma un ritorno nella città emiliana già capitale nel 2008. Dal 14 aprile al 9 giugno si alterneranno concerti, convegni, rappresentazioni teatrali e un’agenda fitta di eventi che confluiranno nella parata finale. Ma con l’annuncio dell’iniziativa non si sono fatte attendere le polemiche.
Lunedì, 16 aprile 2012 – 07:24:00

Foto di Luigi Esposito Non si sono fatte attendere le polemiche sul Gay Pride nazionale che si terrà quest’anno a Bologna, il prossimo 9 giugno. Per celebrare i trent’anni di vita il primo circolo omosessuale italiano, il Cassero di Bologna, ha organizzato una kermesse di appuntamenti già iniziati il 14 aprile e che si concluderanno il 9 giugno proprio con il Gay Pride. L’iniziativa farà del capoluogo emiliano la capitale nazionale dell’orgoglio gay, lesbico, bisex e transessuale (LGBT). Ma c’è chi si è scandalizzato per la decisione di far partire il corteo dal Cassero di Porta Saragozza, vecchia sede dei gay locale ma anche Museo della Madonna di San Luca. E’ proprio da qui che storicamente parte la processione che porta la Madonna sul colle della Guardia. Ad accentuare le polemiche anche la volontà degli organizzatori di dedicare l’evento “alle famiglie”, facendo aprire la parata dalle associazioni di genitori omosessuali “Famiglie Arcobaleno”e “Agedo”.

Per il parroco della chiesa di Santa Caterina, don Celso Ligabue, si tratta di una «provocazione imperdonabile». E monsignor Fiorenzo Facchini rincara la dose e rivendica la precedenza della tradizione votiva su quella civile del movimento LGBT. Ma per il capogruppo PD in comune ed esponente dell’Arcigay Sergio Lo Giudice non c’è alcuna provocazione nella scelta del luogo di partenza. A tentare la mediazione tra cattolici e movimento gay era stato l’ex candidato Sindaco Maurizio Cevenini, che auspicava un ripensamento da parte degli organizzatori proprio per evitare speculazioni. Pronto però un attimo dopo a ripensarci con un “avanti così”, e inneggiando alla «grande occasione di libertà e democrazia» che il Gay Pride può rappresentare.

Una polemica vecchia e ritrita che agli occhi dei più si sarebbe potuta evitare con un pizzico di tolleranza e sensibilità tra le parti. Soluzione che avrebbe potuto mediare il Comune stesso ma che è mancata per non dare adito a incomprensioni con le proprie rappresentanze politiche all’interno del mondo gay locale. La polemica appare comunque lontana dalla città e dalle preoccupazioni del momento: la crisi economica che attanaglia le imprese, la decadenza civile del tessuto politico, la minore qualità della vita.

Intanto il comitato Bologna Pride 2012 trova una forte sponda politica nell’assessore alle Istituzioni Matteo Lepore che vuole fare di Bologna la capofila di una «campagna forte sui diritti civili» proprio partendo dalla fitta agenda di convegni e incontri che la manifestazione ha in programma. Tra le più originali il regalo alle biblioteche per l’infanzia della città di trenta copie di Piccolo Uovo, il libro illustrato del disegnatore Altan che vuole raccontare ai bambini “i tanti modi di essere famiglia al giorno d’oggi”. Già in Lombardia il libro aveva suscitato polemiche, chissà che non si scatenino anche nel capoluogo felsineo.


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