Bologna. Urla e insulti in aula la protesta degenera “Giunta indecente”

  

Offese al capogruppo del Pd in Comune Sergio Lo Giudice. Il direttore dell´Ascom Tonelli: bisogna capire, la gente è esasperata
di SILVIA BIGNAMI
L´aria di burrasca si respira già nel cortile di Palazzo d´Accursio. «Via i colombi dalla piazza», si legge su un cartello: l´allusione ai pennuti è tutta per lui, per l´assessore al Traffico Andrea Colombo. Silvia Ferraro, storica commerciante della zona universitaria, ci ride su: «Non è offensivo, si sa, i colombi sporcano…». Ma è in aula che la rabbia dei negozianti si trasforma in urla e insulti agli eletti. «Non siete neanche bolognesi doc», grida Romana Bernardoni, commerciante di piazza Aldrovandi. «Razzisti», s´arrabbia Tommaso Petrella, del Pd. S´alza il capogruppo Democratico, Sergio Lo Giudice: «Non sono un interlocutore per voi, non sono di Bologna». La risposta viene rivolta all´ex presidente di Arcigay: «Vai da Vendola». E sottovoce: «Non parliamo con quell´ometto».
Sfiorata la rissa fisica, si superano abbondantemente i confini di quella verbale, coi rappresentanti di Ascom e Confesercenti un passo indietro, a lasciare i riflettori alla rabbia di comitati e semplici negozianti. «Sono esasperati, vedete? E questi sono i nostri gruppi dirigenti, pensate la base…», giustifica il direttore di Ascom Giancarlo Tonelli. E dire che la manifestazione era iniziata con toni civili. Eccolo, il centinaio largo di rappresentanti del commercio nel cortile di Palazzo d´Accursio. Ed ecco i suoi cartelli. «Ztl, zona senza lavoro», «Volete metterci in croce?», «Salviamo le nostre attività». Presenti, oltre alle due associazioni, anche il consorzio del mercato delle Erbe, i comitati Palasport, Scipio Slapater, delle Torri e delle Acque.
Tutti in marcia sullo Scalone dei cavalli del palazzo al grido di “Lavoro, lavoro”, i commercianti si scaldano appena entrati nell´aula del consiglio: la giunta è assente. Non c´è il sindaco Virginio Merola, a Roma per una riunione dell´Anci, e assenti sono pure l´assessore alla Mobilità Colombo, quello al marketing Matteo Lepore, quello all´urbanistica Patrizia Gabellini. Prova a trattare Luca Rizzo Nervo, ma non basta. «Da qualche mese non si presentano. Forse la giunta ha paura del confronto», dice il presidente dell´Ascom Enrico Postacchini. «Sapevano che saremmo venuti e non c´è nessuno, si sono superati i limiti della decenza. Un´assoluta mancanza di rispetto», attacca Tonelli. Ma appena i rappresentanti delle associazioni fanno un passo indietro, partono dai comitati le grida che costringono la presidente del consiglio Simona Lembi a interrompere la seduta: «Andate a lavorare», «Buffoni», «Vergogna», «Quanti bolognesi veri ci sono fra voi?». Una gazzarra che irrita molti consiglieri e che prosegue anche a consiglio congelato. «Noi perdiamo i posti di lavoro. Poi dove li mando i miei dipendenti, a casa di quel ragazzino di Colombo?», attacca ancora la Bernardoni. Si arrabbia Lo Giudice. Mentre resta in religioso silenzio la delegazione del comitato Bologna Pedonale, a favore dei T-Days, infiltrata tra i commercianti. Solo pochi minuti prima della riapertura della seduta, srotola, timida, il suo cartello rossoblù: «Bologna aspetta la pedonalizzazione dal 1984. Andiamo avanti».


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