Piacenza. Candidati a confronto su omofobia e diritti dei gay

  

(mir) Paparo e Dosi all’esame Arcigay. «Abbiamo pensato che, in vista del ballottaggio per le amministrative – spiega l’associazione – poteva essere utile chiarire il punto di vista dei due candidati sulla Mozione contro l’omofobia approvata in Consiglio Comunale ormai da un anno (e che purtroppo ad oggi non ha trovato alcuna applicazione pratica). La risposta da parte del candidato sindaco Paolo Dosi (che ci aveva risposto in occasione delle primarie del Pd) è stata: “Con riferimento alla vostra lettera aperta vi confermo la mia disponibilità a sottoscrivere la mozione di cui all’oggetto”. Così ci ha invece risposto Andrea Paparo: “Buongiorno, credo che sia compito di ogni amministratore quello di lavorare per la coesione sociale, la tolleranza e il contrasto alle discriminazioni. In quest’ottica, la vostra associazione troverà sempre un punto di riferimento certo nel Comune, che, in base alle mie intenzioni, potrà aderire alla giornata europea contro l’omofobia e sostenere la vostra proposta per l’istituzione della giornata nazionale. Credo invece che non sia necessario sostenere la necessità di una norma che consideri un’aggravante l’omofobia nei casi di violenza: penso infatti che la violenza sia sempre e comunque ingiustificabile e che per questo ogni gesto di questo tipo vada punito con la medesima intransigenza. Penso che introdurre un’aggravante di questo tipo andrebbe nel senso di riconoscere una diversità di trattamento che, se non sbaglio, è una delle cose contro cui lotta la vostra associazione”. La risposta di Paolo Dosi – si legge nella nota – è estremamente sintetica e non ci sembra di avere abbastanza elementi per inquadrarla e commentarla. Ci riserveremo di farlo se verrà eletto e avremo modo di verificare in concreto il suo punto di vista. Per quel che riguarda la garbata risposta di Andrea Paparo, invece, ci sentiamo in dovere di chiarire alcune cose relative al nostro punto di vista su di un’ipotetica aggravante per i reati di omofobia. Infatti, per quanto incredibile possa sembrare, siamo d’accordo con lui: nel senso che anche noi pensiamo che la violenza – fisica o psicologica – debba essere condannata con la stessa fermezza a prescindere dalle sue radici. Il punto però è un’altro: ci sono categorie di persone più vulnerabili ed esposte di altre, proprio perchè non vengono aggredite in quanto persone, ma in quanto categoria, e una legge supplementare per difenderle – come avviene in praticamente tutte le nazioni civili del mondo occidentale – può servire da deterrente per chi le prende di mira. Per fare un esempio concreto e paradossale: immaginiamo un mondo in cui, una bella mattina, in tutta Italia si iniziassero a leggere scritte come “Paparo al rogo” e altri insulti indirizzati a chi si chiama Paparo. Immaginiamo un mondo in cui chi si chiama Paparo può essere aggredito a coltellate per strada solo perchè si chiama Paparo o perchè gira mano nella mano con un’altra persona che si chiama Paparo. Immaginiamo un mondo in cui, se in una discoteca si scopre che c’è un Paparo viene preso a calci e a pugni dai buttafuori che non vogliono Paparo nelle loro discoteche. Poniamo che ci siano dei datori di lavoro che si rifiutano di assumere una persona solo perchè si chiama Paparo, o magari perchè ha degli amici che si chiamano Paparo. In un mondo del genere una legge supplementare per chi ha la sola colpa – restando all’esempio di chiamarsi Paparo – non servirebbe»?
Sul tema della Giornata contro l’Omofobia ieri in serata è nuovamente intervenuto anche Paolo Dosi: «La giornata rispecchia i principi costitutivi sia dell’Unione Europea sia della Costituzione italiana rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, l’uguaglianza fra tutti i cittadini e la non discriminazione. Nel nostro tessuto sociale, la scuola si cimenta ogni giorno con la costruzione di una comunità inclusiva che riconosce le diversità di ciascuno. E’ in questo contesto da cui dobbiamo partire per la crescita e la costruzione dell’identità di ciascuna persona».


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