Aggressione ai gay, un appello contro la violenza

  

CHIETI. «Gli interventi su facebook che inneggiano alla violenza vanno oscurati e gli autori individuati per essere educati alla democrazia». A sostenerlo è Mariano Marcucci, elettricista di Chieti, che interviene sull’aggressione ai gay dello scorso sabato allo Scalo.
«Non si può inneggiare la violenza, espressa in qualsiasi forma», insiste, «bisogna fermare i capibranco, quelli che si ostinano a diffondere sul web, in nome di defunte ideologie, messaggi di morte rivolti agli omosessuali e non solo. Basta entrare in un social-network per rendersi conto di quanta intolleranza circoli tra i giovani. Le forze dell’ordine» sostiene «dovrebbero intervenire e chiedere contezza a chi, con grande naturalezza afferma per esempio, che tutti i gay vanno ammazzati, eliminati epurati». Espressioni pesanti che, senza alcun filtro, entrano nel quotidiano di adolescenti plagiabili. «La cultura della violenza genera violenza» riprende «bisogna interrompere la catena dell’intolleranza altrimenti fatti gravi come quelli accaduti allo Scalo a danno di un gruppo di omosessuali si ripeteranno e con conseguenze che potrebbero essere ben più gravi». L’episodio accaduto la notte tra il 3 e il 4 giugno all’uscita da un pub ha scatenato un mare di indignazione. Lo stesso sindaco Umberto di Primio ha condannato senza appello «il grave atto di intolleranza e violenza» a danno della comitiva gay riunita allo Scalo per una festa. Cori offensivi, lancio di bottiglie e la minaccia di una pistola, forse giocattolo, l’epilogo di una notte da dimenticare. Per adesso solo una denuncia in procura presentata dall’avvocato Andrea Cerrone che assiste le associazioni Arcigay e Jonathan. Anche il movimento Se non ora quando «esprime solidarietà a ragazze e ragazzi vittime dell’aggressione omofoba». Mentre continuano le indagini della polizia per identificare gli aggressori. (y.f.)


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