Gruppo gay aggredito scattano le denunce

  

di GIANLUCA LETTIERI

«Vogliamo che i responsabili dell’aggressione vengano individuati al più presto». A parlare è il presidente dell’Arcigay Chieti, Claudio Minetti, il quale -ieri mattina- ha presentato denuncia alla procura della Repubblica per i fatti che si sono registrati nella notte tra domenica e lunedì. Una notte di alta tensione e violenza perché, a piazzale Marconi, ragazzi omosessuali sono stati insultati e aggrediti al termine di una serata gay-friendly nel bar Gran Caffé La Fontana.
Dice l’avvocato Andrea Cerrone: «Le ipotesi di reato che noi paventiamo, con l’aggravante dei motivi abietti, vanno dal getto pericoloso di cose alla minaccia grave, dalla violenza privata al porto abusivo di arma da fuoco. Uno degli aggressori, infatti, ha gridato all’indirizzo di un omosessuale Mo’ cacc’ lu ferr. Poi, ha alzato la maglietta mostrando quello che sembrava essere un calcio di una pistola».
Minetti, invece, ribadisce: «Restiamo solidali con coloro che sono stati aggrediti». Secondo quanto riferito dalle associazioni per la tutela dei diritti dei gay, già nel corso della prima aggressione alcuni avventori del bar sono rimasti lievemente feriti dopo il lancio di bottiglie di vetro, sassi e mele. Ma la Digos -attraverso un comunicato stampa- nega che siano state colpite delle persone, anche perché nessuno si è rivolto al Pronto soccorso dell’ospedale di Colle dell’Ara. A una prima puntata, sostengono ancora le associazioni, ne è seguita un’altra.
Nella zona -sempre secondo Arcigay Chieti, Arcilesbica Pescara e Jonathan- si erano radunate circa 50 persone. La Polizia, però, non conferma. «Nella denuncia -continua l’avvocato Cerrone- sono state rese note le generalità di tre testimoni oculari, pronti a farsi ascoltare dagli inquirenti. Uno di questi ha anche intenzione di depositare una querela». Un’altra denuncia, invece, verrà presentata oggi dall’associazione Jonathan – Diritti in movimento.
Nel frattempo, continuano le indagini della Digos. Nelle prossime ore, per rintracciare i responsabili, potrebbero essere visionate le immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti in zona. I commenti dei politici non si sono fatti attendere. «Quello di Chieti Scalo è solo l’ultimo di una serie inquietante di fatti di omofobia che continuano a costellare la vita quotidiana delle nostre città». Lo afferma in una nota il responsabile diritti civili e associazionismo dell’Italia dei Valori, Franco Grillini. Il capogruppo dell’Italia dei Valori, Bassam El Zohbi, ieri ha presentato una mozione tramite la quale sindaco e giunta saranno impegnati a promuovere un piano di iniziative per la promozione della cultura della tolleranza. «Qualora la mozione fosse approvata -dice Giampiero Riccardo, coordinatore regionale dei giovani dell’IdV -, l’ente sarà obbligato a costituirsi parte civile in tutti i processi nei quali l’immagine della città di Chieti sia compromessa da atti contrari al rispetto della Costituzione».
Giuseppe Visco, coordinatore di Sel Chieti, si chiede: «È questa la città più sicura promessa dal sindaco Di Primio? Purtroppo, quando si semina intolleranza, questi sono i risultati. I raid notturni vanno combattuti con fermezza». Pronta la risposta di Jessica Verzulli: dopo aver parlato di «inaccettabili gesta omofobe», la coordinatrice provinciale dei giovani Pdl trova «opportunista da parte del politico di turno voler imputare questi gesti alla condotta del sindaco di Chieti, con evidente volontà di strumentalizzazione di un fatto così grave».


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