«I gay come i pedofili»: bufera sull’Arma

  

Un infortunio. Un «errore materiale che correggeremo subito». Così il comando generale dell’Arma dei carabinieri ha definito quanto contenuto in un manuale utilizzato per la preparazione al concorso per maresciallo dei carabinieri, nella parte che riguarda l’omosessualità. Il testo, utilizzato per un concorso che si è tenuto a Padova alla fine di giugno, affermava che essere gay è una patologia sessuale come l’esibizionismo, il feticismo, il sadismo e perfino come l’incestuosità e la necrofilia. Un’assimilazione che ha fatto infuriare buona parte del panorama politico e tutte le associazioni che si occupano dei diritti civili. Intervenuto anche il ministro del Lavoro e delle Pari Opportunità, Elsa Fornero che ha voluto chiarire la situazione. «Il manuale – ha detto il ministro – risale a molti anni addietro e qualcuno non l’ha corretto. L’infortunio è successo ma non bisogna usare questo come accusa contro l’Arma dei carabinieri. Noi siamo severissimi e stigmatizziamo qualsiasi discriminazione, quindi anche questi passi del manuale». La pronta correzione del testo, che è stata confermata dallo stesso comandante generale Leonardo Gallitelli che ha tenuto a sottolineare l’impegno per «la difesa di tutti i diritti», ha raccolto l’entusiasmo di diversi politiche dell’Arcigay. «Tutto ciò ci sorprende in positivo: sia per la prontezza dell’intervento che per il rispetto verso i gay che emerge dalle parole del comandante generale» ha detto Paolo Patanè, presidente nazionale dell’associazione.


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