Coppie gay, divorzi in vista in Comune

  

Il Pdl lascia libertà di voto, nel Pd mille distinguo e litigano persino i parenti degli omosessuali
Marta Bravi
Alla vigilia della discussione della delibera per l’istituzione del registro delle unioni civili, che approderà in aula lunedì, è di nuovo bagarre. A far scoppiare il caso la lettera al sindaco pubblicata ieri su queste pagine dall’Agapo, l’associazione dei Genitori e Amici di Persone Omossessuali che sollevava forti perplessità contro il registro. Secondo l’associazione «i 15 anni di esperienza con i registri in 80 Comuni hanno dimostrato che questi non rispondono a nessun reale bisogno sociale. Restiamo molto perplessi di fronte all’intenzione di applicare, in tema di politiche sociali e a livello simbolico, un trattamento uniforme a realtà sociali profondamente diverse, sia sotto il profilo della rilevanza sociale ed economica sia per la natura della relazione stessa». Non ci hanno pensato due volte altre associazioni omosessuali – Agedo, Arcigay Milano, Associazione Radicale Certi Diritti, Nuova Proposta Donne e Uomini Cristiani Omosessuali-a lanciare fango sull’associazione, screditandola, quasi fossero gli unici titolati a parlare di gay. Agapo?«Un’associazione nata solo nel 2006, quasi inesistente nel tessuto sociale, e che opera nella semiclandestinità».
Sollevare dei dubbi è vietato a Milano, sembrano dire le associazioni arcobaleno che si dicono impegnate a difendere i diritti delle minoranze. «Gli autori di questa lettera – continuano – dimostrano un concentrato di omofobia e pregiudizio incredibile, camuffato da argomentazioni ben strutturate ma senza nessun fondamento legittimo. I genitori di omosessuali rappresentati da AGEDO, storica Associazione dei Genitori di Omosessuali, insignita dell’Ambogino, sono invece d’accordo nel chiedere il pieno accesso al matrimonio civile per gli omosessuali e nel sostenere la delibera per le unioni civili, oltre a qualsiasi iniziativa legislativa orientata all’uguaglianza di gay, lesbiche, bisessuali, transessuali e intersessuali ». «Chi pretende per sé spazi di libertà non è credibile se nega gli stessi ad altri» per Matteo Forte, consigliere comunale del Pdl. «È davvero curioso che chi dice di lottare contro le discriminazioni mostri un volto intollerante nei confronti di chi non si omologa». Anche nel Pd c’è chi si indigna per la violenza verbale della lettera: per il vicepresidente del consiglio Andrea Fanzago «la reazione di Arcigay è offensiva e fuoriluogo».
In aula i due schieramenti si dividono sulla delibera: se il PdL lascerà «libertà di voto, consapevoli – spiega il capogruppo Carlo Masseroli – che sulla questione esistono posizioni differenti», come quelle di Gallera, Tatarella, De Pasquale e Pagliuca, che hanno annunciato il voto a favore, nel Pd si apre il fronte degli astenuti (Fanzago, Cormio, Pantaleo, Mancuso) per Mariolina Moioli di Milano al Centro «ininfluente nel centrosinistra».
ASSOCIAZIONI DIVISE
Guerra fra Agapo e Arcigay sull’utilità dell’elenco comunale LA SCOMUNICA
L’associazione dei Genitori e Amici di persone omossessuali ha sollevato forti perplessità sul registro: «I 15 anni di esperienza con i registri in 80 Comuni hanno dimostrato che questi non rispondono a nessun reale bisogno sociale».
Arcigay e altre sigle hanno reagito con una scomunica


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