di ORIANA LISO
UNO strumento che aiuterà il Comune a «evitare il rischio di discriminazioni». Dando uno status amministrativo — ma non ancora giuridico — alle coppie di fatto etero e omosessuali, con il risvolto pratico di poter accedere con minor impicci burocratici (ma sempre rispettando leggi e liste di attesa) alle agevolazioni per i trasporti pubblici, gli impianti sportivi comunali, le graduatorie di asili e di accesso alle case popolari. Finalità e modalità del registro delle unioni civili di Palazzo Marino si delineano ogni giorno di più: ma il suo sbarco in Consiglio comuna-le, sotto forma di delibera, sembra sempre più destinato al rinvio a settembre, quando le vacanze saranno finite e non si correrà il rischio di troppe defezioni tra i banchi.
Ieri la seconda seduta della commissione congiunta Pari opportunità e Affari istituzionali avrebbe dovuto licenziare il testo della delibera: tre articoli, ispirati al registro delle coppie di fatto già in vigore a Torino, «che non entra troppo nel dettaglio di cosa è consentito o meno, perché un Consiglio comunale non può sostituir-
si al legislatore», spiega Marilisa D’Amico, consigliera Pd e presidente di commissione. Ma le richieste continue di chiarimento da parte dell’opposizione — Lega, Pdl, Milano al centro — hanno fatto decidere per una terza seduta di approfondimento. «C’è poca chiarezza nel regolamento, si rischia di discriminare la famiglia tradizionale», ha ribadito il capogruppo Pdl Carlo Masseroli, anche se nel suo partito le posizioni
tra cattolici e liberali sono varie. La Lega, con il consigliere Luca Lepore, sembra decisa a dare battaglia a suon di emendamenti proprio usando l’argomento del rischio di entrare in contrasto con il Parlamento. La maggioranza — pur con i no di due consiglieri cattolici del Pd — vorrebbe arrivare in aula al più presto. «Sarà uno strumento che non toglie nulla alla famiglia tradizionale, ma persone legate da vincoli affettivi
potranno avere una maggior tutela reciproca, in particolare le coppie omosessuali per le quali non vi è altra opzione», spiega Patrizia Quartieri, capogruppo di Sel. Proprio la concretezza che chiede il presidente milanese dell’Arcigay Marco Mori: «Una volta fatto il registro andrebbero individuati atti amministrativi concreti in vari ambiti: allora sì che sarà un vantaggio iscriversi».
Milano. Unioni civili, rinvio a settembre “Più diritti per chi è discriminato”
Questo articolo è stato scritto il 4 luglio 2012.
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