Francamente è incomprensibile, dopo che sia la Corte di Cassazione sia la Corte Costituzionale hanno dato un parere inequivocabile, l’obiezione al matrimonio tra persone dello stesso sesso esposta dal sindaco di Milano Giuliano Pisapia sulle pagine di “Pubblico”.
Secondo il sindaco di Milano, che evidentemente ha preso un abbaglio, “Serve una modifica costituzionale. La Carta non parla di maschio e femmina ma perché non si prevedeva il caso gay”.
Seguendo il filo di questo ragionamento la Costituzione non prevedeva nemmeno il caso divorzio, e nonostante questo il divorzio è stato approvato con una legge ordinaria.
Non vorremmo che l’“obiezione Pisapia”, dopo l’approvazione di un registro simbolico delle unioni civili a Milano, sia un modo per dare un contentino a quei cattolici che ferocemente impediscono a una parte della popolazione l’accesso alla piena parità dei diritti. E ne ostacolano la realizzazione negli affetti. A loro ricordiamo allora, ancora una volta, che il matrimonio tra persone dello stesso sesso è Costituzionale. E che è ora che anche l’Italia, si allinei con le grandi democrazie, su questo terreno.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay