Esprimo sostegno e vicinanza alle attiviste del gruppo “Femen” che ieri hanno manifestato in Piazza San Pietro per protestare contro l’interferenza religiosa nelle vicende politiche, riferita in particolare alla manifestazione in atto ieri a Parigi contro la proposta di legge che allarga il matrimonio alle persone omosessuali in Francia e che il presidente Hollande ha intenzione di far approvare nei prossimi mesi.
Nessuna offesa al cattolicesimo nè al papa può venire dalle ragazze che sul corpo recavano messaggi contro l’omofobia e inneggianti a sostegno della battaglia di democrazia di gay, lesbiche e trans.
Ci stupisce come, ancora una volta, ci si focalizzi sulle modalità di protesta di queste ragazze più che sul messaggio e sui contenuti che portano.
Le persone gay, lesbiche e trans di questo paese ogni giorno sono offese e umiliate da parole che provengono dalle gerarchie romano cattoliche e che colpiscono nell’intimità degli affetti la vita di milioni di persone.
Le ragazze ucraine, consce dell’impossibilità di far emergere il loro messaggio di pace e fratellanza, sono riuscite a attirare l’attenzione mediatica sul ruolo della Chiesa cattolica nelle politiche interne degli Stati, che dovrebbero legiferare attenendosi solamente al concetto di laicità.
Flavio Romani, presidente Arcigay
