Trieste. «Comune e Provincia, ok la critica del vescovo»

  

Bertoli e Declich (Pdl) con Crepaldi. Consiglieri di centrosinistra: in guardia contro l’intolleranza

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«In una società che attraversa una crisi sempre più profonda, non solo economica, ma anche sociale, morale ed etica, il richiamo della Chiesa ai valori fondamentali e ai “principi non negoziabili” è sacrosanto». Lo affermano il capogruppo del Pdl in Consiglio comunale Everest Bertoli e la consigliera Manuela Declich, intervenendo sulla campagna contro l’omofobia il cui patrocinio dato da Comune e Provincia è stato definito inopportuno dal vescovo Giampaolo Crepaldi. «Nel Pdl – scrivono Bertoli e Declich – vi sono laici e cattolici, coniugati e separati, ma sono tutti convinti che il nucleo essenziale della società sia rappresentato dalla famiglia», con «un uomo e una donna che facendo figli alimentano il destino della nostra comunità. Bene ha fatto il vescovo – proseguono i due consiglieri – a criticare Comune e Provincia: il sindaco non può nascondersi dietro “l’odio e l’intolleranza verso gli omosessuali” (che vanno condannati senza se e senza ma)», giacché «le istituzioni elette dai cittadini devono porre famiglia e figli al centro delle proprie politiche anche educative». «Ancora più inconcepibili e vergognosi – chiudono Bertoli e Declich – attacchi e strali lanciati contro curia e vescovo da Cgil, Arcigay, Sel e vice coordinatore provinciale del Pd, mentre la “ala cattolica” del Pd tace». Di tenore opposto la nota dei consiglieri provinciali Štefan Cok, Gianluca Balbi, Nadja Debenjak, Sandy Klun, Matteo Puppi (Pd), Sabrina Morena, Marcello Bergamini (Sel), Elena Legiša (Fds) e Majda Canziani (Idv), che citano una risoluzione approvata «a larghissima maggioranza» dal Parlamento europeo: «L’omofobia consiste nella paura e avversione irrazionali provate nei confronti dell’omosessualità femminile e maschile e di lesbiche, gay, bisessuali e transgender (Lgbt) sulla base di pregiudizi, ed è assimilabile a razzismo, xenofobia, antisemitismo e sessismo che si manifesta nella sfera pubblica e privata sotto diverse forme, tra cui incitamento all’odio e istigazione alla discriminazione, scherno, persecuzioni e uccisioni, discriminazioni a violazione del principio di uguaglianza, e spesso si cela dietro motivazioni fondate sull’ordine pubblico, sulla libertà religiosa e sul diritto all’obiezione di coscienza». L’Italia però è «ancora oggi uno dei fanalini di coda in Europa» su questi temi e anche quanto al diritto «di poter vivere in modo sereno la propria esistenza». E se «compito delle istituzioni a tutti i livelli è mantenere alta la guardia contro tutte le discriminazioni e le intolleranze, e di sensibilizzare la cittadinanza», bene hanno fatto a dare il patrocinio alla campagna attuata a Trisete Comune e Provincia.


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