Denuncia i genitori: «Mi offendono perchè sono gay»

  

PADOVA «Quello che è accaduto al 25enne padovano non è un fatto isolato, dichiarare in casa di essere gay è sempre difficile, può capitare che i genitori inizialmente non capiscono. La maggior parte lentamente accetta la situazione, altri invece non se ne fanno una ragione. In questo secondo caso le vittime sono sempre i ragazzi, che non trovano comprensione nemmeno in famiglia. Sicuramente il giovane padovano che ha denunciato i genitori ora ha bisogno di un supporto psicologico e morale, la sua è una battaglia difficile». Così commenta Alessandro Zan, ex presidente di Arcigay e neoeletto parlamentare di Sel, la notizia del ragazzo che ha denunciato padre e madre perchè lo insultavano dopo l’outing sulla sua omosessualità. Il caso ha fatto il giro del web, scatenando accesi dibattiti e rivelando uno zoccolo duro di irriducibili che considerano ancora l’omosessualità un’onta familiare. La storia arriva da un paesino della prima cintura urbana di Padova: il 15 febbraio un 25enne si presenta alla stazione dei carabinieri, esasperato. Ha da poco rivelato ai suoi genitori di essere gay e loro, dice nella denuncia, non gli danno pace. Approfittando del fatto che è disoccupato lo prendono in giro: «Sei gay, non combinerai mai niente nella vita, sei un fannullone». In qualche occasione il giovane viene chiamato con nomignoli ben più offensivi. Mamma e papà non solo non accettano il coming-out, ma lo offendono in continuazione. Lui, che già si trova nella difficile situazione di non trovare lavoro e quindi nell’impossibilità di andarsene di casa, è costretto a sentire quelle offese ogni giorno. Finché il 15 febbraio non decide che la misura è colma e va dai carabinieri. In caserma viene formalizzata la denuncia a carico dei genitori per il reato di ingiurie. La Procura non ha ancora formalmente aperto un’inchiesta, il fascicolo è agli atti della polizia giudiziaria e non è stato assegnato ad alcun magistrato. Il mese prossimo verranno fatti maggiori accertamenti sulla vicenda, saranno sentiti i genitori e il ragazzo, le versioni verranno messe a confronto. Certo, ora che la notizia è uscita su stampa e web il 25enne si troverà nell’ancor più difficile situazione di avere dichiarato guerra aperta ai genitori. La coppia di padovani, stando a quanto si apprende, non è formata da due persone indigenti, anzi. Sembra che i due siano professionisti, con una certa cultura, stimati nel lavoro. Evidentemente non avere un figlio che corrispondesse alle loro attese ne ha fatto uscire la parte peggiore. «Avere cultura e istruzione non è sinonimo di sensibilità spiega ancora Zan a volte ci sono genitori con la prima elementare che accolgono il figlio gay comprendendo tutte le sue difficoltà e offrendogli ancora più affetto e sostegno. Ma esistono anche famiglie agiate che pretendono che i pargoli crescano a loro immagine somiglianza e vivono come il crollo di un sogno il fatto che il figlio sia gay. Come se essere gay fosse una scelta che si può modificare con il tempo». Intanto però la frattura in casa del 25enne si è creata, indipendentemente dalle denunce e da quello che decideranno pm e giudici. L’unica via d’uscita per lui, a questo punto, è trovarsi un lavoro e uscire di casa. Roberta Polese


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