Lettera a “Il Sole 24 Ore”. Pd: solo il matrimonio garantisce l’uguaglianza

  

Gentile Roberto Napoletano,

il 17 febbraio avete pubblicato l’articolo “Bersani assicura: Vendola uomo di governo” che dice che “il segretario [del PD] ha annunciato una legge sull’omofobia entro sei mesi e un’altra, nel giro di un anno, sulle unioni civili fra persone dello stesso sesso. Una proposta che ha ricevuto il consenso dell’Arcigay e dalle principali associazioni nazionali per i diritti degli omosessuali e dei transessuali ieri riuniti a convegno”.

La semplificazione relativa al nostro eventuale consenso alle unioni civili proposte dal Partito Democratico è eccessiva. Come abbiamo avuto modo di ribadire più volte nel corso di questa campagna elettorale la proposta di unioni civili alla tedesca risulta debole e troppo distante da quel minimo che omosessuali e lesbiche italiani, le loro famiglie, e gli italiani si attendono da un gruppo politico che si dice realmente progressista e che si batte per l’uguaglianza formale e sostanziale di tutti ed è già vecchia rispetto al quadro normativo europeo.

Da questo punto di vista ci attenderemmo dal Partito democratico una maggior adesione alla nostra campagna “Tempo Scaduto”, sul sito www.temposcaduto.com, con la quale l’associazione sta sottoponendo ai tutti i candidati alle elezioni la sua agenda politica: matrimonio civile per tutti, estensione della Legge Mancino ai reati di omo-transfobia, cancellazione della Legge 40 e revisione della legge 164 del 1982 per consentire alle persone trans di cambiare nome senza riattribuzione chirurgica.

Grazie per l’attenzione.

Flavio Romani, presidente Arcigay