PARIGI – L’Assemblea nazionale francese ha dato il sì definitivo alla legge sulle nozze e sull’adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso.
In un’atmosfera di forte tensione, dopo 136 ore e 46 minuti di dibattito, il presidente dell’Assemblea nazionale, il socialista Claude Bartolone, ha annunciato che il progetto di legge «che apre al matrimonio per le coppie dello stesso sesso» è adottato con 331 voti favorevoli e 225 contrari. Fischi e applausi hanno accolto l’annuncio, mentre poco prima dalla tribuna del pubblico erano stati espulsi alcuni oppositori. La destra ha già annunciato un ricorso al Consiglio costituzionale prima della promulgazione della legge da parte del presidente Francois Hollande.
Protesta a Roma. Sit-in a piazza Farnese, davanti all’ambasciata di Francia: a promuovere la manifestazione, tra gli altri, il movimento giovanile del Pdl, il Comitato “Giù le mani dalla famiglia”, Azione Universitaria, Militia Christi e Giovane Italia. «Vogliamo esprimere solidarietà ai cattolici francesi – afferma Fabrizio Lastei, portavoce di Militia Christi – tra cui anche sacerdoti, ingiustamente percossi e arrestati solo per aver espresso in forma pacifica la propria contrarietà al progetto di legalizzare le nozze gay». Gli fa eco Andrea Volpi, presidente nazionale di Azione Universitaria: «Gridiamo a gran voce la nostra contrarietà alla legge francese su ‘Le mariage pour tous’ e per esprimere la nostra solidarietà a quei cittadini ingiustamente arrestati per aver protestato ed espresso pacificamente il loro dissenso alla politica di Hollande». Per il Coordinatore Romano della Giovane Italia Michelangelo Chinni e il Dirigente Regionale della Giovane Italia Lazio Matteo Guidoni «la manifestazione vuole dimostrare che anche in Italia esiste una maggioranza silenziosa fatta di uomini e donne pronti a scendere in piazza per difendere i diritti della famiglia e dei propri figli. Vogliamo dimostrare agli amici francesi che non sono soli in questa battaglia perchè vogliamo un’Europa libera e per la famiglia vera, quella tradizionale».
Le associazioni. Dopo il sì definitivo della Francia, 14esimo paese ad aver reso possibile il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ora tocca all’Italia: è il commento delle associazioni degli omosessuali. «Il sì francese, che stabilisce che gli affetti di gay e lesbiche hanno lo stesso valore di quelli eterosessuali e rivoluziona profondamente l’istituto del matrimonio – dice il presidente di Arcigay, Flavio Romani – è la vittoria di chi crede che una società migliore è possibile. Il matrimonio fra persone dello stesso sesso è il trionfo della giustizia sociale e di coloro che si riconoscono nella democrazia, nella tolleranza e nell’uguaglianza. Ora tocca all’Italia offrire alle persone gay e lesbiche, che sono i nostri vicini, i nostri colleghi, i nostri amici e familiari quei diritti umani che da anni sono loro tenacemente negati. La classe politica italiana, ha il dovere civile e morale, ammesso che un barlume di morale ce l’abbia, di dare delle risposte a tutte quelle persone, e parliamo di milioni, che per anni sono state umiliate, offese, denigrate, escluse dai diritti, e la cui libertà è stata ferocemente repressa».