Nel quarantesimo anniversario della legge 194, che ha sancito la possibilità per le
donne di abortire in modo sicuro, libero e gratuito, stanno per essere discusse in
Consiglio comunale due mozioni che preoccupano quella larga parte della
cittadinanza che ha a cuore il diritto di scelta e di autodeterminazione delle donne. Si
tratta della mozione n. 434 proposta da Alberto Zelger (Lega Nord) e firmata anche
dal sindaco Federico Sboarina (Battiti) – volta a dare ampio spazio ad associazioni
cattoliche tese a contrastare l’aborto libero e gratuito – e la n. 441 collegata alla
precedente mozione e proposta da Anna Grassi, sempre Lega Nord – volta ad avviare
un programma di “sepoltura dei bambini mai nati”, anche senza il consenso della
donna coinvolta.
Siamo preoccupate/i per il fatto che il comune di Verona intenda confermare la
deriva integralista che da decenni contraddistingue la sua politica in materia di
diritti civili e riproduttivi attraverso delle mozioni antistoriche volte a svuotare
sempre più nei fatti la legge 194 e conseguentemente a privare le donne dei loro
fondamentali diritti alla salute e all’autodeterminazione. Denunciamo inoltre che
l’approvazione di suddette mozioni avrebbe come scopo specifico quello di foraggiare
associazioni cattoliche che hanno il chiaro intento di delegittimare la legge che
garantisce l’interruzione volontaria di gravidanza.
Questo ultimo atto che si sta svolgendo nel Comune di Verona si inserisce
pienamente nel solco della mozione n. 340 approvata il 4 luglio dal Consiglio
regionale del Veneto che conferma il suo appoggio agli attori sociali che operano in
difesa della famiglia naturale e alle politiche di sostegno alla natalità. Siamo
consapevoli che l’alleanza delle destre e dei settori integralisti cattolici sta lavorando
ad attaccare a tutto campo tutte quelle soggettività che non aderiscono all’antica
retorica della semplificazione di ogni scelta autodeterminata a un unico canone,
quello dell’eteronormatività obbligatoria e della maternità come scelta obbligata. Un
già visto che che ci riporta al 1995 quando per difendere la “famiglia naturale” dalla
Risoluzione del Parlamento Europeo del 1994 che chiedeva agli stati membri il
riconoscimento di pari diritti alle persone lgbtqia, il consiglio comunale votò le
famigerate mozioni omo-bi-transfobiche e indicò inoltre i soggetti degni di
riscuotere finanziamenti venne istituita la consulta per la famiglia alla quale
parteciparono – e tuttora operano- realtà integraliste .
Saremo presenti in consiglio comunale, in difesa degli inalienabili diritti di
autodeterminazione e riconoscimento per donne, gay, lesbiche e persone trans, per
monitorare e denunciare ogni scelta oscurantista affinché l’istituzione pubblica e
laica non diventi ostaggio di pericolose derive confessionali.
La prima e l’ultima parola spetta alle donne!
Cittadine e cittadini unite per la laicità contro ogni forma di sessismo, razzismo e
fascismo.
Al sindaco di Verona Federico Sboarina: [email protected]
alle/ai consigliere e consiglieri del comune di Verona: [email protected]
al Presidente del consiglio comunale Ciro Maschio:[email protected]