Nella giornata di ieri i volontari di Arcigay Bat, Barletta, Andria e Trani, hanno denunciato alle forze dell’ordine l’ennesimo atto vandalico ai danni della sede del comitato. In particolare, nella notte di sabato, è stato lanciato un grosso petardo sul portone, appiccato il fuoco ai manifesti affissi per l’occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia del 17 maggio prossimo, e danneggiata la targa dell’associazione.
“I danneggiamenti sono di lieve entità, ma il gesto è solo l’ultimo di quella che ormai è una escalation intollerabile. E’ la quarta volta, dall’inaugurazione della sede di due mesi fa, che subiamo le attenzioni insane, tra danni diretti e minacce verbali, di quelle che reputiamo essere gang di giovani e giovanissimi”, spiega Michele Pio Antolini, presidente del comitato locale di Arcigay.
“La comunità gay, lesbica e trans è spaventata dalle nostre reiterate denunce, ma dobbiamo tutelare i nostri soci”, aggiunge Antolini.
“Stiamo valutando – continua – di lasciare la città e trasferirci altrove. La nostra non vuole essere una resa agli omofobi, ma la realizzazione dell’impossibilità di operare in un clima di continue minacce. Da parte nostra c’è la voglia di continuare a lavorare, ma solo un impegno collettivo della città può fermare questi comportamenti fascisti. Va in questa direzione il sostegno del Comune alla marcia contro l’omofobia che faremo il 17 maggio e auspichiamo una presenza concreta dei rappresentanti delle Istituzioni e di quella parte della città che ci sostiene. C’è un’altra Andria che deve uscire allo scoperto”.
Per Paolo Patanè, presidente nazionale di Arcigay, “Questa situazione è scandalosa e richiede la reazione di tutta Andria. Certo la polizia ci ha dimostrato una vicinanza straordinaria, sia attraverso l’OSCAD che la Questura di Bari, ma il vero punto è che la presenza di Arcigay ad Andria, che dovrebbe essere considerata un fiore all’occhiello da tutta la città, perché l’avvicina alla cultura ed alla civiltà europea, non può essere lasciata così a subire un’aggressione sistematica che è e deve essere un problema per tutti. Chiedo l’intervento del Comune e del Sindaco; una presa di coscienza delle famiglie, delle scuole e dei negozi della città: se alcuni giovanissimi stanno trasformando Andria in un luogo di violenza e omofobia non può essere un problema solo nostro e se accade è anche perché in troppe famiglie qualcuno volta la testa dall’altra parte ”.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay
Michele Pio Antolini, presidente Arcigay BAT, Barletta Andria Trani