Il 10 febbraio a Mantova saranno numerose le coppie che celebreranno un matrimonio simbolico davanti al Castello di San Giorgio. Sarà un atto simbolico perchè la maggioranza di quelle coppie saranno formate da uomini gay e donne lesbiche che in Italia non possono coronare il proprio sogno d’amore, come succede in molti paesi del mondo.
L’iniziativa, organizzata e voluta da Arcigay Mantova, vuole porre l’accento sulla necessita di uguaglianza e parità per i cittadini omosessuali.
La sacrosanta rivendicazione di diritti negati rende ancora più pretestuosa la polemica della destra clericofascista locale, che si è stracciata le vesti per la presunta mancancanza di senso di opportunità dell’iniziativa data la coincidenza con le iniziative di celebrazione per i martiri delle foibe.
Ribadiamo ancora una volta che ogni richiesta di uguaglianza è sempre legittima e opportuna, l’appuntamento di Mantova oltre a celebrare le promesse d’amore delle coppie che parteciperanno, sarà l’occasione per sottolineare ancora una volta il deserto di diritti in cui ci troviamo.
Gay e lesbiche, da questo punto di vista, sono vittime di questa democrazia che ci ha relegati al ruolo di cittadini di serie B.
Proprio per questo saremo in piazza a celebrare i nostri amori, gli stessi affetti che costituiscono un argine all’odio, alla violenza e alla discriminazione.
Flavio Romani, presidente Arcigay