L’apertura del presidente degli Stati Uniti Barack Obama al matrimonio gay segna un punto di non ritorno per coloro che si definiscono democratici, progressisti e laici.
E non sembrano tra questi un Bersani, ospite di Mentana Condicio su Corriere.it, che dichiara “Per noi il matrimonio è una cosa, e diciamo che altre forme di convivenza hanno regolazione diversa. Io sono per regolare altre convivenze con forme non sovrapponibili a quelle del matrimonio” o è troppo timido un Vendola che dice “Personalmente sono a favore. Nella piattaforma programmatica del centrosinistra, però, non ci sono i matrimoni gay, ma le unioni civili”. Tralasciando Casini e il convertito Rutelli, va male proprio male Alfano che dice “Con la sinistra matrimoni gay con noi no” mentre Beppe Grillo tace.
Solo da Idv al momento è arrivato un primo segnale di sostegno a quanto affermato dal presidente americano. Ci attendiamo che tutti i partiti si pronuncino sulla questione in modo chiaro e netto, con i rispettivi leader nazionali, i programmi e un impegno concreto.
Siamo certi che le urne premieranno solo coloro che incominceranno da subito a parlare il linguaggio del futuro in materia di diritti.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay