Bologna, 11 agosto 2014 – L’elezione di Carlo Tavecchio alla carica di presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio è un “una sconfitta, un terribile autogol”: lo sostiene Flavio Romani, presidente di Arcigay. Che aggiunge: “Nonostante il passato tutt’altro che esemplare, il razzismo e il sessimo esibiti senza vergogna, il signor Tavecchio raggiunge uno dei ruoli più importanti del sistema sportivo nazionale: così il Paese abbandona ogni buona intenzione e ogni tentativo di imboccare la strada della meritocrazia. Non solo: in un ambiente dall’alto valore formativo come quello sportivo, l’elezione di un uomo senza spessore a una carica di questa importanza racconta l’incapacità, nonostante i tanti episodi di violenza e discriminazione, di mettere al centro l’etica e la responsabilità sociale. Al contrario come spesso capita in questo Paese, sembrano vincere i segreti accordi, le convenienze, i furbi”. “Da anni – prosegue Romani – guardiamo al calcio professionistico come interlocutore e alleato nella lotta contro le discriminazioni. L’elezione di Tavecchio suona da questo punto di vista come una brusca frenata e rischia di condannare lo sport italiano all’arretratezza e all’incultura. Non poteva esserci – conclude – una scelta peggiore”.