Il Circolo Arcobaleno Arcigay Arcilesbica Trieste condanna fermamente la campagna omofobica del vescovo di Trieste

  

Al vescovo di Trieste non bastano più le omelie in chiesa, ora ha deciso di estenderle anche ai cittadini e alle istituzioni che li rappresentano, bacchettando, come una maestrina dalla penna rossa, Comune a Provincia per aver concesso un patrocinio ad una civilissima campagna del Circolo Arcobaleno Arcigay e Arcilesbica di Trieste contro l’omofobia e la transfobia. E, come già accaduto in passato, il vescovo non perde occasione per calpestare la dignità delle persone e delle famiglie omosessuali, denigrando le loro vite e chiarendo che non vi può essere alcun riconoscimento giuridico. Siamo oramai in campagna elettorale, il pastore richiama le pecorelle smarrite e rianima, nemmeno ce ne fosse bisogno, la più classica campagna razzista contro gay, lesbiche e transessuali. Campagna che si può leggere a chiare lettere anche sul sito web del giornale della diocesi, Vita Nuova, in un delirante articolo a firma del suo direttore, Stefano Fontana.
Bisognerebbe inoltre informare il vescovo che il Comune di Trieste non solo ha patrocinato la campagna contro l’omofobia e la transfobia ma a breve presenterà alla stampa una mozione adottata dalla Giunta per attuare un programma di intervento per la prevenzione e il contrasto dell’omofobia e per realizzare politiche che non producano effetti discriminatori per chi non possa contrarre matrimonio, come accade attualmente in Italia per le coppie omosessuali. Il vescovo ha qualcosa da dire anche a questo proposito?
La manifestazione, in risposta alle dichiarazione omofobe del papa, che volevamo fare sotto la Curia, dove se non lì, il 21 dicembre, e che la Questura ci ha impedito di effettuare, era necessaria allora e lo è oggi ancor di più, come testimoniano le ultime parole del vescovo e del direttore di Vita Nuova. Chiederemo di farla nuovamente, stanchi di subire gli insulti ammantati da abiti talari, ma decisi a non sottostare ai diktat della gerarchia vaticana che pretende di dettare le sue regole anche a chi non frequenta sagrestie ed altari.
Spiace infine constatare che il Sindaco di Trieste consideri “legittima” la critica del vescovo, una critica foriera di intolleranza e discriminazione, in quanto esclude le persone omosessuali dalla possibilità di formare una famiglia. Chiediamo infine al Sindaco quali siano i “particolari” della campagna che non condivide, visto che in queste due settimane abbiamo ricevuto solo attestazioni di stima e apprezzamento.

Trieste, 7 gennaio 2013

Il Presidente
Davide Zotti


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