Insulti a Kyenge, il Senato “assolve” Calderoli. Arcigay: “Deriva sconcertante, voi senatori quindi che animali siete?”

  

Bologna, 6 febbraio 2015 – “Il razzismo è ormai istituzionale in Italia”:  Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta duramente l’esito del voto della Giunta per le Immunità del Senato, che ha “assolto” il senatore leghista Roberto Calderoli dagli esiti legali dell’insulto razzista indirizzato all’allora ministra Cécile Kyenge. “Le argomentazioni prodotte nella maggioranza e nell’opposizione per giustificare la volgarità del senatore  sono testimonianza di una deriva sconcertante, che ci consegna il ritratto di una classe politica senza storia, senza valori, pronta al compromesso su qualsiasi piano. Che improvvisamente – prosegue Romani – si voglia collocare nella normale dialettica politica o addirittura nel diritto di satira la strategia  sfacciatamente xenofoba, razzista  e omotransfobica della Lega Nord è un fatto gravissimo e irresponsabile, che non tiene in considerazione gli esiti sociali e culturali che atti del genere sono in grado di determinare. I senatori dimenticano ad esempio che mentre Calderoli sfoderava parallelismi coi primati, la Ministra veniva accolta in contesti pubblici con lanci di banane.  In questo paese abbiamo l’esigenza di affrontare quanto prima il dibattito sulle parole e i crimini d’odio: l’iter parlamentare che doveva estendere la legge Mancino, quella che tratta questi reati, alle discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, ci aspettavamo andasse proprio nella direzione di porre un argine a questi episodi.  Invece quel dibattito non solo non ha prodotto il risultato atteso ma ha aperto una deriva di possibilissimo sul razzismo  e sulle discriminazioni di cui oggi assaporiamo l’ennesima manifestazione. La Giunta del Senato  ha negato un fatto evidente: che il senatore Calderoli sia razzista è cosa risaputa dentro e fuori l’Italia. L’insulto rivolto all’onorevole Kyenge, alla quale rinnoviamo la nostra piena solidarietà,  era stato definito  “assolutamente scioccante” dall’Alto commissario Onu per i diritti umani e lo stesso Partito Democratico, che oggi ha “salvato” il senatore, allora ne aveva chiesto le dimissioni. È perciò evidente che  nella Giunta del Senato altri ragionamenti hanno prevalso, dettati dall’opportunità e dalla convenienza, in barba al valore delle istituzioni che si rappresentano e al senso della nostra Carta  Costituzionale. A questi senatori che trovano normale il parallelismo tra una donna di colore e un orango, che hanno mostrato inadeguatezza, ignoranza e irresponsabilità, semplicemente chiediamo: quale animale vi rappresenta meglio?”.