22 gennaio 2015 – “Una sentenza importantissima, che sottolinea la gravità dell’offesa omofobica riportandola al senso della nostra Carta costituzionale”: Flavio Romani, presidente di Arcigay, commenta soddisfatto il pronunciamento della Corte di Cassazione che ha sollecitato un maxirisarcimento per il 34enne catanese a cui sospesero la patente perché omosessuale. “A chi voleva raccontare quella grave discriminazione come un incidente amministrativo – dice Romani – oggi la Suprema Corte invia una risposta inequivocabile: la dignità delle persone è inviolabile ed è dovere della nostra Repubblica tutelarla. L’omofobia, di conseguenza, non ha cittadinanza nella nostra Costituzione e merita sanzioni esemplari. Rispetto a questo punto fermo il Parlamento italiano è del tutto latitante: lo dimostra non solo lo stallo sterile in cui giace il testo di legge contro l’omotransfobia ma anche il dibattito vergognoso che alla Camera dei deputati portó all’approvazione di quel testo. Un dibattito indimenticabile nella sua bassezza, nell’ostinato negazionismo, nell’evidente carico di omotrasfobia di cui era esso stesso testimonianza. Di questa sentenza, allora, è innanzitutto il Parlamento a dover fare tesoro, calendarizzando quanto prima il dibattito sulla legge contro l’omotransfobia in Senato e offrendoci perciò la prospettiva concreta dell’entrata in vigore di quella legge. Che non è un cavillo amministrativo, ci dice la Cassazione, ma l’indispensabile strumento di tutela della dignità di tantissimi italiani e italiane”, conclude Romani.