Pd, assemblea nazionale diritti a Bologna. Arcigay: “Sei temi e una richiesta: Renzi ci incontri”

  


Bologna, 6 settembre 2014 – Si è tenuta oggi a Bologna l’assemblea nazionale del Partito Democratico dedicata ai diritti civili. “Una positiva occasione di confronto tra le principali associazioni del movimento LGBT e il più grande partito di centrosinistra italiano – commenta Flavio Romani, presidente di Arcigay – durante la quale la segreteria nazionale del partito, attraverso Davide Faraone che la rappresentava, ha garantito il sostegno  all’impianto del ddl della senatrice Monica Cirinnà sulle unioni tra persone dello stesso sesso. Quello è il livello di guardia per tutto il partito, ha detto Faraone, e noi vigileremo attentamente affinché questa garanzia non venga nei fatti contraddetta”. Durante l’assemblea Arcigay ha posto all’attenzione della dirigenza dei democratici e al “conservatore prudente” Renzi sei punti sui quali è necessaria una presa di posizione inequivocabile del partito. “Innanzitutto, Renzi, dopo i proclami ostili al ddl Cirinnà, deve chiarire se ha intenzione, attraverso un intervento a gamba tesa del governo, di svuotare ulteriormente il principio di uguaglianza per le coppie e le famiglie LGBT, per rassicurare i cattolici del suo partito e di NCD. In secondo luogo, il premier deve sciogliere il nodo della  delega alle Pari Opportunità, la cui assenza lascia un intero dipartimento paralizzato e senza guida politica. E a questo proposito – prosegue Romani – chiediamo: l’Unar, dopo i tanti attacchi e le retromarce, si occuperà ancora di questioni lgbt?”. Arcigay ha posto lo sguardo anche sui rapporti con l’Unione europea: “Nella negoziazione dell’accordo di partenariato con la Commissione Europea sui fondi strutturali il governo Renzi è stato ampiamente bocciato su più punti. Tra questi, la scomparsa delle azioni anti-discriminazione dall’Accordo di Partenariato 2014-2020: dove sono finite?” Chiede il presidente di Arcigay. Occhi puntati anche sulla legge contro l’omotransfobia, ferma da mesi al Senato: “Dopo mediazioni su mediazioni che ci avete venduto come l’unica strada possibile – chiede Romani – dove è finito  quel testo?”. Infine, l’associazione LGBT ha pungolato il partito sulle prossime nomine per la Corte Costituzionale: “Il Pd – chiede Romani – ha intenzione di favorire nomi laici e riformatori per quei ruoli?”. “Per ricevere risposte su tutti questi temi – dice Romani – chiediamo al premier che fissi a breve una data per incontrare le associazioni LGBT e per condividere con loro le scadenze che il governo intende darsi per occuparsi, finalmente, delle persone gay, lesbiche e trans”.