responsabile salute nella segreteria nazionale di Arcigay. “Finora – prosegue – uno dei maggiori limiti alla diffusione di questo farmaco come terapia preventiva era proprio l’aspetto dei costi che disincentivava proprio quelle persone più vulnerabili, tra cui giovani e persone che vivono in contesti socio-economici svantaggiati. Questo è un primo passo avanti, che le associazioni che si occupano di HIV e diritti LGBTQIA+, reclamavano da tempo”. “E’ senza dubbio una vittoria – dice ancora Pennini -, ma non ci si ferma qui. Purtroppo ancora i servizi PreP sono rari e si basano più sulla volontà del singolo specialista che su servizi strutturati messi in campo dalle istituzioni sanitarie. Auspichiamo che questo sia lo stimolo necessario per implementare il servizio PreP in tutte le province e renderlo disponibile capillarmente su tutti i territori per le persone che ne faranno richiesta”, conclude.